Marco Imarisio, Corriere della Sera 13/03/2010, 13 marzo 2010
MR. COHEN, L’AEROPORTO DI FIRENZE E LE PERENNI «SOLUZIONI PROVVISORIE»
Bello, proprio no. Dimenticare le complesse architetture del Charles De Gaulle, tanto per rimanere in tema di località turistiche, o le avveniristiche soluzioni di alcune piccole-medie città. L’ aeroporto di Peretola è una scatola di alluminio affiancata da un palazzo grigio che sembra una caserma. Intorno, un panorama di capannoni industriali e Tir che rombano sull’ autostrada del Mare. Welcome to Florence. Non c’ era bisogno del New York Times per sottolineare l’ eterna inadeguatezza dello scalo toscano, ma comunque il rintocco è suonato forte e chiaro. «L’ aeroporto di Firenze non sembra esser cambiato molto da quando nel 1944 mio zio, il capitano Bert Cohen si imbarcò qui dopo aver combattuto in Italia per l’ esercito americano». A Roger Cohen, editorialista del quotidiano newyorkese, il ritorno a casa da Peretola non è proprio andato giù. La solita storia, noi ci siamo abituati, di annunci sballati, attese estenuanti sulle navette che portano all’ aereo, voli cancellati, caos bagagli eccetera. Cosa vuoi che sia. Con un’ aggiunta, però, che prende spunto dalla sensazione di precarietà che inevitabilmente avvolge chiunque si addentri nella scatola dedicata ad Amerigo Vespucci. Sessantasei anni fa, ai tempi dello zio, quell’ aeroporto era una soluzione temporanea, scrive Cohen. «Ma il temporaneo si è fossilizzato, come succede spesso in Italia, dove le cose trovano un modo per non essere realizzate». La chiama «sindrome dello Stretto di Messina», e non c’ è bisogno di aggiungere altro, ci siamo capiti. Vabbè, succede. Se ne sono accorti anche all’ estero. A beneficio del New York Times, e non solo, aggiungiamo che il progetto per l’ ammodernamento di Peretola è una favola che i nonni fiorentini raccontano spesso ai loro nipoti. L’ Amerigo Vespucci è ostaggio di una vicenda da strapaese dove Firenze e il Pd sono i don Camillo del caso, e Peppone sta appena fuori dalla cinta demaniale. Infatti il percorso della nuova pista - quella attuale non regge il normale traffico di linea - cade per un centinaio di metri nel comune di Sesto Fiorentino, la Stalingrado della piana, un posto ad alta densità di comitati «Nimby» (non nel mio cortile) dove l’ amministrazione ripete un «no» ormai ventennale e decisivo. Aspettando un improbabile accordo, è tutto un lamentarsi sul destino di Peretola, «declassato a scalo di serie B e svenduto a Bologna», suprema onta. Signor Cohen, si metta comodo che c’ è tempo. Tra 66 anni le facciamo sapere. Marco Imarisio