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 2010  marzo 13 Sabato calendario

LA VITA RITIRATA DELL’ARMATORE CHE COMPRO’ ASSAB

«Il comm. Rubattino, di cui abbiamo ieri annunziato la morte, aveva 72 anni e non circa 60, come fu stampato per errore...». A parte un po’ di consolazione nello scoprire che anche gli austeri giornalisti ottocenteschi ogni tanto sbagliavano come succede oggi, bisogna dire che il povero commendator Raffaele è stato un po’ trascurato dal Corriere. Al di là delle due brevi notizie della morte, pubblicate sul giornale del 2 e del 3-4 novembre 1881, il suo nome è quasi assente dalle cronache del tempo. E anche le parole usate nel descriverne la scomparsa (...era popolarissimo e amato nella nativa Genova, perché alle doti dell’ intelletto accoppiava quelle del cuore...») sanno un po’ tanto di frase fatta. D’ altronde l’ anonimo estensore delle «brevi» spiega, senza volerlo, anche il perché: deputato quando al governo c’ era un ministero Cairoli-Depretis, «come uomo politico ha fatto parlare poco di sé... non intervenendo peraltro che su questioni marinaresche e commerciali...». Insomma, diremmo oggi, un tecnico prestato alla politica e passato quasi inosservato. Eppure l’ armatore aveva fatto molto per l’ Italia: a parte la vicenda del Lombardo e del Piemonte, nel 1869 aveva acquistato la baia di Assab, in Eritrea, prima testa di ponte dell’ avventura italiana in Africa Orientale, cedendola poi allo Stato. Infatti il suo nome compare en passant nei pezzi che il giornale dedicò, a partire dagli anni ’ 80 dell’ Ottocento, alla questione coloniale. L’ ultima traccia si trova, curiosamente, il 27 maggio 2007, con un salto temporale di oltre 120 anni: un pezzo sul mistero del «Polluce», una nave di Rubattino colata a picco nel 1841, carica di tesori imbarcati da napoletani in fuga dalla città partenopea squassata dalle rivolte contro Ferdinando IV, per decenni oggetto del desiderio di pirati e avventurieri. Paolo Rastelli