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 2010  marzo 13 Sabato calendario

PEDOFILIA, SI ALLARGA LO SCANDALO

La bomba esplode alle 17.34 di un giorno in cui lo scandalo dei preti pedofili tedeschi è approdato direttamente sul tavolo di Benedetto XVI. Il Papa aveva da poco congedato il presidente della Conferenza episcopale tedesca, Robert Zollitsch - con cui era stata concordata la linea dura verso gli abusi con la promessa di denunciare i colpevoli alla giustizia civile - quando l’edizione online della Sueddeutsche Zeitung, l’autorevole quotidiano liberal di Monaco, ha rivelato che nel 1980 un sacerdote pregiudicato per violenze pedofile fu trasferito da Essen in Baviera,nel periodo in cui l’allora cardinale Joseph Ratzinger era arcivescovo di Monaco. In Baviera il prete commise nuove violenze su minori (nel 1986 il sacerdote in questione fu condannato da un tribunale bavarese a 18 mesi) e risulta addirittura che attualmente eserciti ancora il suo ministero nell’Alta Baviera. Immediatamente il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, ha specificato che in un comunicato sul suo sito web la diocesi bavarese ha già chiarito il caso. L’allora vicario generale, Gerhard Gruber, oggi 81enne- spiega la diocesi guidata oggi da monsignor Reinhard Marx- si è assunto la piena ed esclusiva responsabilità della scelta di aver affidato il servizio pastorale al sacerdote pregiudicato. Insomma, ha tenuto alla larga Ratzinger da ogni diretta responsabilità soggettiva nella vicenda. «Evidentemente il vicario generale si discostò dalle indicazioni avute dall’allora arcivescovo Joseph Ratzinger, che aveva disposto che il sacerdote in questione non svolgesse alcuna attività pastorale» ha precisato Lombardi. Il prete sospettato di pedofilia, ricostruisce la diocesi, fu accolto a Monaco al fine di fargli seguire una terapia. «Questa decisione fu presa con l’accordo dell’allora arcivescovo Ratzinger», afferma il comunicato, che sottolinea come «allontanandosi da questa decisione, tuttavia, l’allora vicario generale lo impiegò per una attività senza limiti di cura di anime in una parrocchia di Monaco». Stando ai fatti da quando il prete arrivò a Monaco nel gennaio ’80 a quando fu trasferito a Grafing il 31 gennaio 1982 (Ratzinger aveva già lasciato la diocesi per Roma) non fu mai denunciato alcun caso, mentre accadde proprio a Grafing nel 1985.
La vicenda di Monaco, naturalmente, irrompe nel delicato lavoro della Chiesa tedesca, che ha messo a punto un decalogo antipedofilia. Regole illustrate oggi al Papa, che le ha accolte in pieno, tanto che saranno assorbite dalle norme interne vaticane dalla Dottrina della Fede. «Vogliamo portare alla luce tutta la verità sullo scandalo degli abusi sessuali senza riguardi per nessuno, anche rispetto a eventi accaduti alcuni decenni fa», ha detto Zollitsch riferendo del colloquio di 45 minuti con Ratzinger, nel quale non si è parlato della vicenda relativa al fratello Georg a Ratisbona. «Invitiamo chi ha commesso abusi ad autodenunciarsi, informeremo noi le autorità giudiziarie. Rinunceremo a farlo solo in casi straordinari, per esempio quando ci verrà richiesto dalle vittime» ha specificato il vescovo, che ha voluto ribadire quindi che la giustizia canonica avrà un percorso proprio rispetto a quella statale.
In particolare il presidente dei vescovi ha rilevato che «c’è il pieno sostegno della Chiesa alle indagini penali svolte dalle autorità giudiziarie dello stato sui casi di pedofilia nella Chiesa», ha aggiunto, ricordando anche di voler collaborare con il governo Merkel con cui ci sarà un summit il 23 aprile a Berlino. La novità quindi è che le gerarchie dovrebbero denunciare abusi e soprusi qualora ne venissero a conoscenza: resta a questo punto il dubbio se un sacerdote, sapendo di questa nuova linea (che dovrebbe superare quella del trasferimento ad altro incarico o l’invio in case di cura) andràa confessare i propri delitti. Ma la strada intrapresa sembra senza ritorno. «La Dottrina della Fede sta valutando tutte le iniziative prese dalle diverse conferenze episcopali in materia di abusi sessuali, per cercare di armonizzare le nuove norme nate nelle diverse situazioni con quelle del Vaticano» ha precisato Zollitsch, che nella sua trasferta romana ha incontrato il numero due del dicastero per la Fede, il vescovo gesuita Luis Ladaria Ferrer. dunque allo studio una nuova «istruzione» vaticana che, mettendo insieme i differenti provvedimenti presi in paesi come Stati Uniti, Irlanda, Germania, Olanda e Austria, dalle chiese locali, metta a punto una nuova disciplina in materia di abusi sessuali.
Intanto alle denunce si è aggiunta quella del giornale di Bolzano Tageszeitung, che ieri ha riferito di abusi sessuali nei confronti di un quindicenne in un convento bolzanino negli anni 60.
Ma ieri è stata anche la giornata per un altro chiarimento di fondo: il Papa infatti ha ribadito «il valore del sacro celibato ». In un discorso pubblico ha evidentemente voluto chiudere un tema aperto nei giorni scorsi da una dichiarazione del cardinale di Vienna, Christoph Schönborn, che era sembrata annoverare il celibato tra le cause della pedofilia.