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 2010  marzo 13 Sabato calendario

TG1? OBBEDISCO

Com’era ”tondo” il servizio su Berlusconi del Tg1 del 10 dicembre 2009. A dire il vero era ”tondo” a n ch e l’oggetto del discorso del premier: le palle, per l’esattezza, le sue palle. E non sarà un caso allora che quella sera, prima della messa in onda del Tg1, il titolare di cotanti zibidei si metteva d’accordo con il suo direttore Minzolini chiedendogli esplicitamente di dare quella cosa ”in tondo”. Il premier si riferiva alle sue dichiarazioni. Quel giorno era andato in Germania e - durante un consesso del Ppe - aveva straparlato più del solito. Rendere commestibile quella macedonia di accuse oltraggiose a tutte le istituzioni di garanzia era davvero una missione impossibile, anche per il direttore del Tg1. Eppure Superminzo riuscì nell’impresa: il Tg1 della sera era davvero un esempio da incorniciare di perfetto funzionamento del regime mediatico. La vetrina era tutta per il premier. Il primo servizio riportava l’avvio pedagogico e pacato del suo discorso ai colleghi popolari (’desidero spiegarvi la situazione in Italia”) e poi lasciava spazio - senza alcuna increspatura - alle parole devastanti del premier: ”La sovranità in Italia è passata dal Parlamento al partito dei giudici”. Ancora infuriato per l’esito negativo della Consulta sul Lodo Alfano Berlusconi aveva accusato davanti all’Europa, la magistratura, la Corte costituzionale e i tre ultimi presidenti della Repubblica ”di sinistra”, di avere ribaltato la volontà popolare con una sorta di golpe del cavillo. Ma il clou era la frase finale: ”Comunque gli italiani sono con me, perché si dicono: ”dove lo troviamo uno con le palle come Berlusconi’”. Frase riportata così, senza commento, come fosse un dato statistico da riferire con freddezza. Più ”tonda” di così era davvero difficile farla la rappresentazione di quel pomeriggio di follia. Persino Berlusconi si era reso conto di averla fatta grossa. Aveva cercato subito Minzolini ma quello, senza nemmeno che il capo chiedesse nulla, aveva sfoderato la lingua approvando tutto con entusiasmo. Al diavolo gli osservatori allibiti per l’uso improprio di un consesso internazionale per mettere in piazza le vergogne nostrane. Era proprio la scelta dello scenario estero il vero colpo di genio del Cavaliere. Perché - spiegava Minzo entusiasta quel giorno - mentre in Italia ormai questi messaggi (anche grazie al suo Tg) sono passati, all’estero - per colpa dell’esistenza di quella brutta razza dei giornalisti stranieri che si ostinano a fare una mediazione mediatica alle bufale del Cavaliere - qualcuno ancora la pensa diversamente da lui. Comunque il direttore del Tg1 coglieva l’occasione per sottolineare la sua disponibilità. Bastava un cenno del premier e lui era lì, pronto. Ovviamente il Cavaliere non se lo faceva ripetere due volte e - da quello che risulta al Fatto - chiedeva al fido ”diret - tor issimo”, che subito accettava entusiasta, di dare la notizia ”in tondo”. Poche ore dopo manteneva la parola. Il titolo di apertura era: ”Berlusconi: i magistrati si sono sostitui al Parlamento”. La conduttrice Susanna Petruni spiegava: ”Berlusconi da Bonn torna sul rapporto tra politica e g iustizia” e l’inviata Sonia Sarno con voce pacata dava spazio alle sparate di Berlusconi. Quel giorno il presidente della Repubblica, Napolitano, e quello della Camera, Fini, erano intervenuti contro il premier. Napolitano era relegato in un servizio freddo di Andrea Montanari mentre Fini scompariva nel mazzo degli oppositori, schiacciato nel panino tra Governo e maggioranza. Dopo un paio di dichiarazioni di Bersani e Di Pietro ecco ritornare i vari Bonaiuti, Cota e Cicchitto vari. Missione compiuta? No. Minzolini non è un uomo che si limita a eseguire gli ordini. Li anticipa. La sera del 10 dicembre promette di essere pronto a intervenire in prima persona se da Palermo arriveranno strani scherzi il giorno dopo dalla deposizione dei boss Giuseppe e Filippo Graviano. E puntualmente mantiene la promessa. Alle 20 dell’11 dicembre eccolo comparire in video con un editoriale che rappresenta la pagine più nere della storia del tg1. Minzo parte dalla (scontata) mancata conferma delle dichiarazioni di Spatuzza da parte di Graviano per sostenere che ”è un fatto che la giustizia in Italia non funzioni”. Ergo, ha ragione Berlusconi quando invoca la riforma. Pochi minuti dopo la fine dell’editor iale, arriva l’acclamazione degli scherani del premier. Grande Minzo. Un direttore con le palle per un premier con le palle.