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 2010  marzo 13 Sabato calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "MODOTTI

TINA"

E che si tratti di vintage lo capisci anche dalle piccole imperfezioni: le macchie sui capelli della Migrant Mother, le righe sul miliziano di Capa, l’ingiallimento della celeberrima Woman with flag di Tina Modotti. «Fotografie, storie di incanti» è il sottotitolo della mostra, ma sarebbe meglio dire di inganni, spiega Giuseppe Pinna, nella corposa introduzione al catalogo (Rocco Moliterni, la Stampa 15/06/2009).

Quello di Tina Modotti, emigrante dal Friuli in America, cucitrice a Los Angeles, stella del cinema muto, fotografa in Messico, combattente per la causa repubblicana in Spagna, esule a Mosca, e infine scomparsa in Messico dove la ricorda una tomba perenne.... (Raffaello Uboldi, Il Messaggero, 26/2/2009)

IL PROFUMO DEI MEDIA - GREED, un profumo che non esiste. Dieci mitiche artiste del XX secolo (Niki de Saint-Phalle, Frida Kahlo, Georgia O’Keeffe, Meret Oppenheim, Louise Nevelson, Tamara de Lempicka, Tina Modotti, Lee Miller, Eva Hesse, Sonia Delaunay) raffigurate in una serie di ritratti ricamati su un fondo di broccato e scelte come testimonial per pubblicizzarlo (Massimo Di Forti, Il Messaggero, 6/2/2009).

Frida vestiva abiti di taglio maschile o comunque austeri, da militante rivoluzionaria, simili a quelli dell’amica Tina Modotti, la fotografa comunista italiana che viveva a Città del Messico (Il Sole 24 Ore 18 maggio 2008, Elisabetta Rasy).

Una di queste figure è la mitica, bellissima Tina Modotti, il cui nudo immortalato da Edward Weston è diventata un’icona di un tempo in cui gli intellettuali erano militanti, ma sapevano apprezzare la bellezza. E del resto, non aveva scritto Gramsci: «No, il comunismo non è nemico dell’arte. Non oscurerà la bellezza»? (Angelo D’Orsi, La Stampa 13/12/2007)

La quotazione straordinaria testimonia che sempre di più i collezionisti considerano le fotografie al pari dei quadri e di conseguenza gli appassionati sono disposti a pagare cifre piuttosto elevate. il caso di Madonna, che nel 1995 ha acquistato a 165 mila dollari uno scatto di Tina Modotti da mettere in camera da letto. (Gianluigi Colin, Corriere della Sera 16/2/2006, pagina 27.)

Salma Hayek a gennaio girerà un film in cui sarà la pittrice messicana Frida Kahlo, vissuta negli anni Trenta. «Alcuni mi dicono che assomiglio a Tina Modotti», amica della Kahlo (Silvia Bizio D 9/1/2001 alle pagine 40-42).

La latteria Bagazzini, bugigattolo in via dei Delfini (dietro Botteghe Oscure), Sulla parete di fronte al bancone c’è una foto di Tina Modotti: «La Modotti era bellissima. Era la compagna di Vittorio Vidali, primo comandante Carlos nella guerra di Spagna. Vidali aveva introdotto nello studio di Trotzkij quel Mercader che lo uccise con la piccozza, il cugino di Maria Mercader, moglie di De Sica» (Claudio Lazzaro sul Corriere della Sera del 17/2/2001 a pagina 53.).

Cosolo Bruno, di anni 50. Tecnico Telecom, nipote della celebre fotografa degli anni Trenta Tina Modotti, appassionato di culture orientali al punto da far togliere le scarpe a chiunque entrava in casa, omosessuale, aveva l’abitudine di filmare ogni suo amplesso con una piccola telecamera nascosta nel salotto. Alcuni giorni fa fece amicizia al bar con El Fil Amr Mahmud, Ibrahim Al Egab e Walid Mohammed El Manawhxl, tutti trentenni, cadetti della Marina egiziana. Martedì scorso li invitò nel suo appartamento per un pomeriggio di giochi erotici, prima che arrivassero accese la telecamerina segreta e riscaldò l’ambiente con un filmino gay. Mentre era sdraiato sul divano, gli occhi socchiusi, un egiziano con la testa china sul suo sesso, gli altri due andarono in cucina, presero due coltelli, tornarono in salotto e lo colpirono con rabbia al petto, alla gola, su tutto il corpo. I tre egiziani, subito arrestati perché perfettamente riconoscibili nel filmino amatoriale. Pomeriggio di martedì 4 aprile, in un appartamento in viale XX settembre 12, a Trieste (Varie).

ALVAREZ BRAVO Poi, nel 1927, conosciuta Tina Modotti, era stato introdotto nel gruppo dei ”muralisti”. Aveva anche lavorato come operatore cinematografico nel film Que viva Mexico (1930) (’Corriere della Sera” 22/10/2002).