Stefano Mancini, La Stampa 12/3/2010, pagina 49, 12 marzo 2010
GIU’ LA TESTA: IL TRUCCO F1 PER ANDARE PIU’ VELOCE
Un trucco semplice ma brillante», l’ha definito la Fia chiudendo l’argomento e lasciando aperti i sospetti. L’argomento è l’ala posteriore della McLaren, frutto di studi aerodinamici che solo gli enti aerospaziali si possono permettere. Bentornata Formula 1. Oggi in Bahrein si riaccendono i motori: prima sessione di prove libere alle 8 ora italiana, la seconda alle 12. La prima novità è che il venerdì non ha copertura televisiva: Sky ha abbandonato le dirette, la Rai ha rifiutato le condizioni imposte da Bernie Ecclestone («In cambio dovete prolungare il contratto fino al 2015») e continuerà a trasmettere solo qualifiche e gara. La seconda novità è che la pace rimane un’utopia.
La vigilia di un anno fa era stata avvelenata dal doppio diffusore della Brawn, poi omologato. Adesso i toni sono smorzati. Nessuno grida all’imbroglio. Al massimo sussurra. «Un paio di monoposto secondo me hanno soluzioni irregolari», sostiene Adrian Newey, l’estroso «papà» della Red Bull. Nessun nome, per carità. «Dico solo che la Ferrari non c’entra. I nomi li conosceremo presto». Il metodo è collaudato: una squadra prende carta e penna e scrive alla federazione una lettera di questo tenore: «Se io facessi come il mio avversario sarei in regola?». Se la Fia risponde picche, lo scopo è raggiunto senza clamore: il cattivo deve rimettersi in regola.
Newey definisce l’ala della McLaren «ovviamente interessante». Gli esperti ne spiegano così il meccanismo di funzionamento: «Alle alte velocità stalla». Traduciamo: in rettilineo l’ala smette di opporre resistenza all’aria. come se sparisse, tornando a funzionare quando serve, ovvero in curva: la pietra filosofale degli ingegneri aerodinamici. Come hanno fatto i progettisti inglesi a eludere i divieti senza calpestarli? Il regolamento proibisce ali mobili (esclusa quella anteriore) o deformabili e qualunque dispositivo meccanico o elettronico azionato dal pilota, ma non può impedire al pilota stesso di muoversi. Ecco l’idea diabolica: saranno Jenson Button e Lewis Hamilton a rendere efficace il dispositivo inclinando leggermente la testa in rettilineo e sfruttando così lo spoiler sul retro del casco. Risultato: 6 km/h in più di velocità massima. Agli avversari non resta che (tentare di) copiare. Non si tratta di una novità assoluta: fino all’anno scorso Rubens Barrichello piegava di lato il capo in rettifilo per far entrare più aria nella presa del motore. «Lo chiesero anche a me nel ”92 - ricorda l’ex ferrarista Ivan Capelli - ma non funzionava. Alesi era avvantaggiato rispetto a me perché ha il busto più corto».
Se ne riparlerà da stasera, quando si saranno spenti i riflettori sul ritorno di Michael Schumacher, sul debutto di Fernando Alonso con la Ferrari, sui due campioni del mondo che coabitano in McLaren (Button & Hamilton), su Felipe Massa che cerca di ritagliarsi un suo spazio in questo poker di fenomeni in cui lui sembra la quinta carta. E poi la Red Bull di Vettel e Webber, il ritorno di un Senna in F1, Bruno nipote di Ayrton, al volante della Hispania: gli ingredienti per il più bel campionato degli ultimi 15 anni. «Vincere un mondiale contro Schumacher ha più valore», sostiene Alonso. «Mi sento un po’ come Prost e Senna quando arrivai io - si esalta il Kaiser -. Mi sentivo in grado di batterli. E così cercheranno di fare con me questi ragazzi».