Giovanna Gabrielli, Il Fatto Quotidiano 11/3/2010;, 11 marzo 2010
IL FATTO DI IERI - 11 MARZO 1931
Le uniche star presenti allo sparuto funerale di Friedrich Murnau, furono Greta Garbo e Fritz Lang. Troppo imbarazzanti, per il pettegolo e moralista mondo di Hollywood, i dettagli boccacceschi fioriti attorno alla morte del genio del cinema espressionista tedesco, gay dichiarato, schiantatosi sulla strada per Santa Barbara l’11 marzo ”31. Vittima, secondo le malelingue, di un gioco erotico a 100 all’ora, mentre sfrecciava con la sua auto, guidata dal giovane amante filippino. ”Un incidente sessuale” – scrissero, perfidi, i tabloid – ”che comunque gli garantirà l’immor talità”. Anche se l’immortalità, Murnau se l’era conquistata sullo schermo, con le sue creature horror e sensuali come il vampiro Nosferatu, con i suoi personaggi pre-brechtiani de ”L’ultima risata”, con le fascinose atmosfere gotiche di ”Fa u s t ” e di ”Aurora”. Capolavori di un’estetica espressionista basata sull’uso rivoluzionario della cinepresa, sugli effetti demoniaci del primo piano, sulle scenografie oblique ingigantite da giochi di specchi. Interprete della eccentrica cultura tedesca Anni ”20, Murnau se ne andò a modo suo. Da vero dandy, lanciato sulla sua Packard, con l’amante esotico e minorenne, alla guida senza patente.