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 2010  marzo 11 Giovedì calendario

LIBRI ITALIANI IN RETE CON GOOGLE

Frequentava l’università in India e per studiare si serviva dei volumi a disposizione della biblioteca. Ma c’erano solo due copie di ogni libro e spesso erano sempre prenotate. L’alternativa era presentarsi ogni giorno di buon mattino, con la speranza di bruciare sul tempo gli altri studenti, oppure cambiare paese. Andare a studiare in una università dove l’accesso ai volumi fosse meno problematico. Decise di terminare gli studi in Inghilterra. «Se avessi avuto la possibilità di disporre dei testi online, forse avrei preso altre decisioni».
La storia è stata raccontata da Nikesh Arora, presidente delle vendite e dello sviluppo del business di Google, che ieri a Roma ha presentato, insieme al ministro Sandro Bondie al direttore della valorizzazione Mario Resca, l’accordo sottoscritto con il ministero dei Beni culturali per mettere in rete un milione di libri conservati nelle biblioteche nazionali di Roma e Firenze.
Si tratta di volumi non coperti da copyright, molti dei quali antichi e rari. Dalla biblioteca della capitale saranno, per esempio, digitalizzati e riversati nella libreria virtuale di Google le opere di Giambattista Vico, di Keplero, di Galileo, nonché erbari e farmacopee del XIX secolo. Dagli scaffali di Firenze, invece, saranno, tra l’altro, scelte opere scientifiche dell’illuminismo, insieme a volumi illustrati e litografie di ogni epoca.
L’accordo, chiuso dopo una trattativa di nove mesi, è il primo che l’azienda californiana sottoscrive con un ministero. Il progetto della biblioteca virtuale, infatti, ha finora coinvolto 40 biblioteche in tutto il mondo, di cui otto di lingua non inglese, con le quali Google ha stretto rapporti di partnership. Ma quella siglata ieri – ha sottolineato Bondi – è «la prima intesa a livello governativo».
La collaborazione tra i Beni culturali e la società statunitense prevede la messa a disposizione dei volumi, che saranno scannerizzati in un centro da allestire in Italia a spese di Google e che, secondo Resca, potrà dare lavoro a circa cento persone. «Non un libro ”ha commentato Bondi ”uscirà dunque dal paese».
I prossimi due anni saranno dedicati alla catalogazione dei volumi da trasferire online (285mila dei quali sono già stati catalogati e metadatati dal servizio bibliotecario nazionale) e successivamente si passerà alla loro digitalizzazione e all’immissione in rete.
Operazione, quest’ultima, che sarà interamente sobbarcata da Google e che Resca ha quantificato in circa cento milioni di euro. Cifra, però rettificata al ribasso da Arora, che non ha fornito dati precisi, ma ha parlato di un costo «molto, molto, molto inferiore».
A Google resterà la versione digitale dei volumi, sulla quale, però, non acquisirà l’esclusiva. L’azienda si è, infatti, impegnata a consegnare una copia dei testi virtuali alle biblioteche di Firenze e Roma, le quali potranno renderli disponibili anche su piattaforme diverse da Google books, come, per esempio, Europeana, la biblioteca online europea.
«Diventa realtà – ha affermato Bondi – un vecchio sogno dell’umanità: quello della biblioteca universale. In tal modo, inoltre, si riuscirà a diffondere nel mondo il nostro patrimonio culturale senza dover sostenere i costi della digitalizzazione. E questo grazie al fatto che stiamo cercando di unire la cultura con l’impresa, l’organizzazione manageriale e le nuove tecnologie».
E Google, che deve mettere mano al portafoglio, cosa si prefigge, tenuto anche conto – come ha specificato Resca – che la diffusione dei contenuti digitali sarà gratuita? A sentire Arora, l’obiettivo è unicamente quello di poter rendere disponibile su internet il catalogo di titoli più vasto del mondo. Insomma, di poter realizzare la biblioteca universale. Di certo – ha garantito il manager di Google – non ci saranno inserzioni pubblicitarie nelle pagine in cui compariranno i volumi italiani.
Tra qualche anno lo sapremo.