Achille Bonito Oliva, la Repubblica 11/3/2010, 11 marzo 2010
CENT’ANNI DA DORFLES
(riassunto) - Gillo Dorfles, artista e critico, compie cento anni il 12 aprile. Nato a Trieste, dove ha conosciuto in gioventù Italo Svevo, Umberto Saba e Bobi Bazlen: «ebbe grande importanza per me la frequentazione di Leonor Fini, allora giovane artista entusiasta dell´arte contemporanea e lei stessa pittrice». Come ti trovavi durante il fascismo? «Non che facessi la lotta aperta o politica aperta, ma ero decisamente antifascista». Dalla fine degli anni Sessanta in avanti, nello sviluppo internazionale dell´arte italiana quali sono i movimenti più interessanti? «Certamente l´Arte Povera e la Transavanguardia. Sono stati due grandi movimenti dopo i movimenti nucleare e spaziale, dopo la Pop Art americana, l´avvento dell´Arte Povera e della Transavanguardia ha segnato due snodi chiave della cultura del secolo scorso. E la Transavanguardia è stata importantissima perché ha significato un ritorno alla nuova figurazione dopo una parentesi astratta, artificiale. Cucchi e Paladino sono stati le prime nuove figurazioni accettabili, in contrasto con quanto era avvenuto con Corrente, ad esempio». Per nomadismo, edonismo creativo ed eclettismo, ti definirei un Don Giovanni della conoscenza. «Un titolo perfetto, in me c´è sempre stata una certa libido nell´accostarmi all´arte». Il record anagrafico della tua longevità ti fa paura o ti dà orgoglio? «Devo dire che non ho nessun apprezzamento per la mia età e preferirei piuttosto tornare indietro di una ventina d´anni». Gillo, infine che cos´è l´arte? «Achille, se non lo sappiamo noi due».