dagoispia 11/3/2010, 11 marzo 2010
C’è bufera grande tra gli azionisti dell’Espresso Carlo De Benedetti e Jacaranda Caracciolo Falck (intestataria dell’11,75% del Gruppo), erede del defunto principe editore
C’è bufera grande tra gli azionisti dell’Espresso Carlo De Benedetti e Jacaranda Caracciolo Falck (intestataria dell’11,75% del Gruppo), erede del defunto principe editore. Nei mesi passati, infatti, l’Ingegnere non aveva apprezzato che la Caracciolo avesse nominato l’avvocato Giovanni Barbara, molto caro a Corrado Passera, come presidente del collegio sindacale del Gruppo editoriale L’espresso. Carlo CaraccioloJACARANDA FALK Tra De Benedetti e la figlia di Carlo Caracciolo erano volate parole pesanti, ma alla fine Barbara era stato nominato. Pochi giorni fa, in vista dell’approvazione del bilancio, il conflitto si è riacceso. Pare infatti che l’avvocato Barbara si sia messo a fare le pulci sui conti del gruppo chiedendo una serie di accantonamenti straordinari e destando così il disappunto del presidente del gruppo Editoriale L’Espresso che per questo motivo anche quest’anno non è riuscito a distribuire dividendi. La vendetta dell’Ingegnere non è tardata ad arrivare. La figlia di Caracciolo era infatti in trattative con il gruppo per l’acquisto dell’appartamento romano dove, da oltre 40 anni, viveva il principe editore. Un meraviglioso attico con vista sull’isola Tiberina di proprietà del gruppo L’Espresso che, a pochi giorni dalla scomparsa di Caracciolo, lo scorso dicembre, De Benedetti aveva offerto a Jacaranda di comprare. CARLO DE BENEDETTI PANSA A seguito delle diatribe contabili L’espresso ha deciso di vendere l’appartamento al dottor Alessandro Pansa, figlio di Gianpaolo e pezzo grosso di Finmeccanica. Ma l’ingarbugliata vicenda non finisce qui. La Caracciolo Falck ha infatti fatto causa al gruppo per dimostrare che l’appartamento in questione non può essere venduto in quanto si affaccia su una terrazza di proprietà di suo padre che non può essere frazionata in alcun modo. Come finirà la vicenda? Sicuramente a colpi di carte bollate. Anche se c’è chi giura che è l’inizio di una frizione che potrebbe arrivare a destabilizzare l’assetto azionario del gruppo fondato da Carlo Caracciolo. [11-03-2010]