Caterina Pasolini, la Repubblica, 11/3/2010, 11 marzo 2010
SONNO: UN’ORA E MEZZA PERSA OGNI NOTTE, GLI ITALIANI NON SANNO PIU’ DORMIRE
Un´ora e mezza scomparsa, annullata, persa per sempre. Stritolata dagli impegni, annegata nella voglia e nel bisogno di recuperare spiccioli di vita dopo il lavoro, sistemati i bambini, la casa o fatti i compiti. Un´ora e mezza dimenticata, tradita, spazzata via dalle nostre abitudini serali che allontanano sempre più il tempo del riposo per guadagnare un po´ di socialità in giornate convulse e caotiche in cui il tempo sembra non bastare mai. Negli ultimi anni, dicono gli esperti dell´Aims, l´Associazione italiana medicina del sonno, dormiamo sempre meno e soprattutto meno delle otto ore che il nostro fisico avrebbe bisogno per rigenerarsi. Sempre più lontani, estranei alla formula magica che in teoria garantirebbe salute ed equilibrio: 480 minuti giornalieri tra le coltri. Col risultato di ritrovarci stanchi e sgualciti, visto che il 46% degli italiani di giorno soffre di sonnolenza.
Dal ´80 ad oggi, raccontano infatti all´Aims, gli italiani hanno rinunciato mediamente ogni notte a un´ora e mezza di sonno per dedicarsi ad altro. Ne passavamo 8 tra le braccia di Morfeo, ora ne trascorriamo a malapena dalle 6,5 alle 7 prima di scattare come una molla dal letto per rincorrere i figli con la cartella o finire la relazione da presentare. Sonni sempre più brevi e più agitati, sogni continuamente interrotti: ora 4 italiani su dieci parlano infatti di notti in bianco, di insonnia mentre trent´anni fa erano meno della metà quelli che si ritrovavano a "contare le pecore" prima di rivolgersi esasperati al medico. Magari perché, come oggi, oltre due milioni uomini e donne da Torino a Palermo hanno la sindrome da apnea notturna che li fa svegliare all´improvviso perché manca il respiro. E se gli italiani, secondo un´indagine dell´Ocse, dormivano una volta 498 minuti ogni giorno, la palma dei sogni d´oro va sicuramente ai francesi che tra le lenzuola passano 530 minuti, seguiti dagli americani con 518 e dagli spagnoli con 514. Peggio di noi, i tedeschi che dormono solo 492 minuti, i giapponesi con 470 e la Corea con 469.
Insonni per scelta, dunque, per vivere oltre gli obblighi e gli impegni quotidiani compressi, ma anche per natura. «Il fabbisogno di sonno è determinato geneticamente, c´è chi ha bisogno di 9 ore per stare bene ed essere lucido e a chi ne bastano 6. Come non si può scegliere di quante ore il nostro corpo ha bisogno per rigenerarsi, così non si può scegliere se essere mattutini o nottambuli, si nasce allodole o gufi e questa è la nostra natura. Certo, poi, tutti la forziamo per seguire la vita, i nostri interessi, ma la risposta migliore per evitare insonnia e stress sarebbe seguire i nostri veri ritmi». Parola di Marco Zucconi, segretario dell´Associazione italiana medicina del sonno che di rem si occupa tra 30 anni. E che ha notato una stretta relazione tra qualità della vita e durata del sonno. Un legame inversamente proporzionale. «Nella civiltà contadina dormivano di più, seguivano il ritmo scandito dalla luce e dal buio mentre abbiamo notato che con l´innalzamento della qualità della vita si riducono le ore di sonno. Riduzione netta che va di pari passo con il livello scolastico: più studi, più interessi e meno sonno, è l´equazione». Insomma, chi ha più passioni e relazioni sociali rinuncia al sonno per coltivarle. «Il problema è che deprivarci a lungo del riposo può renderci deboli, stressati, provocare vera e propria insonnia con rischi per la salute: chi dorme poco rischia infatti più di altri l´obesità, il diabete, problemi cardiaci». Senza contare che da scelta, la mancanza di sonno può diventare una «condanna, tanto che ogni anno in Italia si spendono 200 milioni di euro in farmaci perché non si riesce a dormire abbastanza. Per evitare colpi di sonno e pesanti sbalzi d´umore, gli esperti consigliano a chi ha carenza di sogni la goduriosa pratica del pisolino pomeridiano. Ma mai più di 45 minuti. Altrimenti si rischia l´occhio sbarrato a mezzanotte.