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 2010  marzo 10 Mercoledì calendario

LA SEGRETARIA DI CRAXI: MANI PULITE UNA FALSA RIVOLUZIONE

Lei non se ne sarà accorto, ma lo sa che ho tremato per tutto il tempo? Sono molto emotiva e soffro sempre quando rivivo quei tempi», ci dice Enza Tomaselli alla fine del colloquio, quando ci accompagna all’ascensore. stata, per trent’anni, la segretaria di Bettino Craxi. Sulla sua scrivania posavano buste piene di banconote che lei girava al capo: ha patteggiato alcune condanne. Oggi ha 73 anni ed è in pensione. vedova, ha una figlia, fa qualche lavoretto per ingannare il tempo.
Signora Tomaselli, lei è stata testimone di una caduta degli dei. Che effetto le fa vedere che oggi tornano i discorsi di allora? Tangenti, corruzione, intrecci tra affari e politica.
«La sensazione che ho, di pelle, è che il mondo di oggi sia molto peggiorato. Vedo un grande disinteresse per la cosa pubblica. I giovani sono distaccati. Non ci sono più passioni».
Anche nel ”92 i politici davano l’impressione di pensare più al proprio potere che alla cosa pubblica.
«Ma quegli uomini, specie in certe stagioni, hanno creduto di fare parte di un grande gioco, di poter cambiare l’Italia. C’erano delle ideologie: oggi fra destra e sinistra non c’è alcuna differenza ideologica».
Che cosa è stata per lei Mani Pulite?
«Una falsa rivoluzione. stato fatto credere al Paese che si ripuliva tutto. stata annullata una classe politica che aveva anche tanti meriti. C’era un senso dello Stato. C’era un entusiasmo e c’era una militanza. Un pasticcio come quello delle liste ai nostri tempi non è mai successo».
C’erano anche le tangenti, non crede?
«La politica aveva dei costi, e il sistema del suo finanziamento era risaputo. Io ho vissuto tutto come una cosa molto ingiusta. Non eravamo dei delinquenti».
Chi veniva nel suo ufficio di piazza Duomo 19?
«Molte persone. Ma non c’era, a differenza di quel che si vuol far credere, una corsa di industriali pronti a corrompere. Venivano prevalentemente persone del partito. Erano loro a portare le buste con i soldi».
Anche Mario Chiesa?
«Chiesa ha millantato i suoi rapporti con Craxi. Frequentava soprattutto Bobo. Bettino l’avrà incontraro quattro o cinque volte a manifestazioni pubbliche».
Silvano Larini?
«Lui sì, veniva spesso. Si definiva la guardia del corpo di Craxi. Lo credevamo un fratello. Quando si è messo ad accusarci non riuscivamo a spiegarcene il motivo».
Ricorda quando fu arrestata?
«Erano lei sei del pomeriggio. Entrai a San Vittore di notte».
Quanti giorni è rimasta in cella?
«Quindici. La ritengo ancora un’esperienza positiva. Mi ha aperto una finestra sul mondo. Le detenute politiche mi regalavano libri. In cella con me c’era una tunisina drogata i cui beni consistevano nella tuta che aveva addosso: le detenute si privarono ciascuna di qualcosa per aiutarla. In carcere ho visto un’umanità che fuori non avevo mai incontrato».
Chi vede dei vecchi compagni?
«Solo Pillitteri. Gli altri sono spariti tutti».
Craxi si rese conto che l’inchiesta l’avrebbe travolto?
«All’inizio no. Era un po’ distaccato dalle cose reali. Non si aspettava una valanga di quelle proporzioni».
Che capo era Craxi per lei?
«Un uomo di pochissime parole. Ci capivamo al volo. Era molto esigente, ma ti responsabilizzava».
Arrogante?
«Aveva una grande timidezza di fondo e la mascherava con atteggiamenti burberi. Ma l’ho visto aiutare tante persone bisognose. Se lo imbrogliavi, diventava vendicativo».
Ricorda l’ultima volta che lo ha visto?
«Fu ad Hammamet. Era un leone in gabbia. Mi chiese come stavo e cercò di rincuorarmi: ero diventata un mostro da sbattere in prima pagina. Le assicuro che non è stato un periodo facile».
 più tornata nel suo vecchio ufficio?
«Mai. E per quattro anni non sono riuscita neppure a passare per piazza Duomo. Giravo alla larga».
Lei vota, signora Tomaselli?
«Sono in forte imbarazzo. Non so per chi votare. Il Pdl non mi convince».
Berlusconi non è il continuatore della politica di Craxi?
«Penso che abbia preso la politica di Craxi a modello. Ma l’originale era meglio della copia».
Che effetto le fa sentire parlare di inchieste come quelle di questi giorni? Di centinaia di milioni, di escort?
«Penso che noi eravamo ladri di polli in confronto a quelli di oggi. Oddio che espressione ho usato? Ladri di polli? Se può, trovi qualcosa di diverso».