Giovanna Gabrielli, il Fatto Quotidiano 9/3/2010;, 9 marzo 2010
IL FATTO DI IERI - 9 MARZO 1969
Per chi non ha dimestichezza con i grandi crac finanziari del Belpaese, il nome di Felice Riva e del fallimento del Cotonificio Valle Susa, nero anticipo di futuri inquietanti replay, dice poco. Eppure la vicenda dell’ex re del cotone, capace, in pochi anni, di mandare in malora l’impero industriale ereditato dal padre nel ”60 e di mandare sul lastrico 8000 dipendenti, fu uno scandalo epocale. Non solo per le dimensioni della bancarotta, un buco da 46 miliardi di lire, ma anche per il personaggio, ”il Felicino”, tycoon ambizioso e fama da playboy esibizionista. In giro per il mondo col suo yacht e più interessato al calciomercato dei vari Amarildo e Altafini del Milan, diventato suo in un exploit di megalomania, che al crollo della sua azienda. Una vita esagerata finita con un arresto burla, vista la facilità con cui, provvisto di regolare passaporto, graziosamente restituitogli, se la potrà svignare, il 9 marzo ”69, nell’aureo rifugio di Beirut, a quei tempi una specie di Montecarlo mediorientale. Esilio dorato conclusosi nell’82, con tanto di rientro in Italia a spese dello Stato e condanna ridotta, tra condoni e amnistie, a pochi mesi. Storia dell’Italia del boom e sembra roba di oggi.