Roberto Furlani, Corriere della Sera 09/03/2010, 9 marzo 2010
IL PIANETA DELLE SCIMMIE (SCOMPARSE)
La lotta è impari e fratricida. Da una parte la popolazione umana prossima a toccare i 7 miliardi di individui sulla Terra. Dall’altra i nostri parenti più stretti, i primati (ordine che riunisce scimmie e proscimmie come i lemuri e i galagoni), con cui condividiamo gran parte del Dna. Giorno dopo giorno, li stiamo isolando in angoli sempre più ristretti, con il rischio di sfrattarli definitivamente dal Pianeta, come sottolineato dagli esperti riuniti sotto la bandiera dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (Iucn). Bollato come «minacciato di estinzione» è il 48% dei 634 primati viventi. «La situazione più drammatica – commenta Massimiliano Rocco responsabile Specie del Wwf Italia – è nel Sud Est asiatico. Qui orangutan, gibboni e langur devono far fronte, oltre al bracconaggio, alla frammentazione del territorio in cui vivono, devastato per raccogliere legname pregiato o per fare spazio alle coltivazioni di palma da olio». Gli esperti si sono focalizzati, in particolare, sui 25 primati più minacciati al mondo: cinque specie di primati del Madagascar, sei del Continente Nero, undici dell’Asia e 3 del Centro e Sud America. Proprio da questo ultimo continente provengono gli unici – al momento – segnali incoraggianti. In Brasile, infatti, due specie di scimmia leonina sono stati salvati dalla sicura estinzione a cui erano destinati, grazie allo sforzo congiunto di diverse organizzazioni e all’azione di tutela del governo.
Roberto Furlani