M. Antonietta Calabrò, Corriere della Sera 09/03/2010, 9 marzo 2010
«MI PARE SIA LA SOLUZIONE PIU’ SAGGIA. ORA L’ESITO DELLE URNE SAREBBE SUB JUDICE»
Il vicepresidente del Lazio, facente funzioni di presidente, dovrebbe rinviare le elezioni evitando che il risultato elettorale rimanga sub iudice, con il rischio magari che venga annullato dopo che gli elettori si sono espressi come è avvenuto qualche tempo fa per il Molise.
Questa una via di uscita del caso Lazio, indicata da Valerio Onida, ex presidente della Corte costituzionale.
Professore, come spiega la decisione del Tar del Lazio? Perché è stata esclusa completamente l’applicabilità del decreto legge del governo, il cosiddetto salva-liste?
«La verità è che molti hanno dimenticato che dal 2001 la competenza delle leggi elettorali regionali è stata trasferita alle Regioni in forza dell’articolo 122 della Costituzione. Molti hanno dimenticato che una legge dello Stato, la 165 del 2004, ha fissato i principi fondamentali cui si debbono attenere le Regioni in questa materia e che la Corte costituzionale nel 2006 ha stabilito che se la competenza legislativa è stata trasferita a un diverso ente essa deve essere esercitata da quel momento in avanti da quella stessa entità. Quindi a me non sembra che il Tar del Lazio abbia dato un’interpretazione sbagliata. Penso che sia un’interpretazione corretta».
L’ufficio elettorale della Corte d’appello di Roma ha ancora tempo oggi per ammettere la lista del Pdl, in base al decreto. Si dovrà attenere alla decisione del Tar? «Penso di sì». Il Pdl ha detto che ricorrerà al Consiglio di Stato...
« l’unica strada rimasta. Naturalmente il Consiglio di Stato può riformare l’ordinanza del Tar. accaduto di recente, nel 2008, quando la lista dell’Udc per la provincia di Trento era stata ammessa dal Tar e poi successivamente il Consiglio di Stato l’ha esclusa. Il Consiglio si può riunire entro tre – quattro giorni. Naturalmente se il Consiglio concede la sospensione che il Tar ha negato, la lista potrà concorrere alla competizione elettorale. Ma in ogni caso, il giudizio di merito avverrà solo dopo le elezioni. In questo modo il risultato elettorale rimarrebbe sub iudice e potrebbe essere annullato successivamente allo svolgimento delle elezioni stesse, come è avvenuto qualche tempo fa per le elezioni in Molise».
Ma qui è in gioco il Lazio, che ha un peso politico molto maggiore. Quindi una delle regioni italiane più popolose e importanti, il cui capoluogo è Roma, la capitale...
«Forse potrebbe essere più saggio rinviare le elezioni nel Lazio evitando che il risultato elettorale rimanga sotto una spada di Damocle con il rischio, magari, che venga annullato dopo che gli elettori si sono espressi. Dovrebbe essere rinviato fino alla decisione definitiva dei giudici amministrativi». Chi ha questo potere? «Secondo la legge elettorale regionale dovrebbe essere il vicepresidente Montino che ha assunto le funzioni di presidente dopo le dimissioni di Marrazzo».
Resta il fatto che si è fatto tanto rumore per nulla e Di Pietro e compagni hanno messo in croce il presidente della Repubblica che ha firmato...
«Il capo dello Stato non ha, se non in casi estremi, il potere di un rifiuto assoluto della firma di un decreto legge. La responsabilità di un decreto legge è del governo. un potere del governo, il presidente della Repubblica ha solo il compito di controllo, di persuasione, di moral suasion. Bisogna che l’opinione pubblica sia consapevole di questo».
M. Antonietta Calabrò