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 2010  marzo 09 Martedì calendario

ALL’INIZIO CI FU BURRI

Fu il «sacco scandaloso» di Alberto Burri a provocare il momento di svolta della Galleria nazionale d’arte moderna, con il tentativo di assegnare uno spazio specifico all’arte contemporanea. Tentativo che non riuscì, ma che comunque stabilì l’orientamento verso il presente degli acquisti della Galleria inaugurata alla fine dell’Ottocento. Lo «scandalo del sacco» avvenne nel 1958 ed è da questa data che i curatori hanno deciso di partire per la compilazione del catalogo che riunisce l’intera collezione delle opere di arte contemporanea, acquisite dalla Galleria nazionale d’arte moderna e dal Museo nazionale delle arti del XXI secolo. E che attraversa cinquant’anni di ricerca, visto che l’anno scelto a chiusura dell’elenco è il 2008, ossia l’ultimo di coesistenza delle due collezioni. Infatti nel museo di via Guido Reni si stanno facendo proprio in questi giorni gli ultimi sopralluoghi per l’allestimento delle raccolte ad esso riservate.

Che cosa succede dunque nell’autunno del 1958? Lo ricorda Maria Vittoria Marini Clarelli, soprintendente della Gnam: «Palma Bucarelli presentò al pubblico un ordinamento sperimentale delle collezioni del ventesimo secolo, che provocò reazioni violentissime. La soprintendente venne accusata di nascondere migliaia di opere pregevoli in cantina, di avere introdotto "radicali innovazioni" senza autorizzazione e soprattutto di avere esposto un "vecchio straccio" di Burri, contro il quale l’onorevole Luigi Preti scatenò una interrogazione parlamentare che scatenò a sua volta la solidarietà degli intellettuali». Bucarelli coglie la palla al balzo per proporre di lasciare nell’edificio di viale delle Belle Arti solo l’arte del Novecento e di trasferire quella del secolo precedente a Villa Torlonia». Il ministero rispose di no, ma in cambio assegnò alla soprintendente un fondo straordinario per gli acquisti di opere storiche, lasciandole al tempo stesso mano libera sul versante contemporaneo. Fu così che la Bucarelli continuò a incrementare le collezioni nella direzione indicata da quel «vecchio straccio» di Burri.

Collezioni che oggi contano 1350 opere, tra italiane e straniere, delle quali 299 appartengono al neonato Maxxi. Sono tutte riunite nel catalogo che verrà presentato giovedì prossimo alle 17 presso la Gnam alla presenza del ministro dei Beni culturali Sandro Bondi. (Per l’occasione si inaugura la mostra «Attraverso le collezioni II. Quadro scultura-scultura quadro»). L’opera, in due volumi, presenta gli artisti in ordine alfabetico e per ogni quadro, scultura, installazione o fotografia, è stata compilata un’ampia scheda, con foto e riferimenti bibliografici dell’artista oltre all’indicazione dell’anno in cui è avvenuto l’acquisto, la donazione o la concessione in comodato. Quest’ultimo è regolato da un contratto di cinque anni, alla scadenza del quale l’opera può essere formalmente acquisita o restituita al proprietario. Si trovano in questa condizione i 58 lavori della collezione di Claudia Gian Ferrari, comunque inclusi nel repertorio.