Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  marzo 09 Martedì calendario

I CINESI CONTRO GLI INCENERITORI

In centinaia, pochi giorni fa, si sono radunati nel parco che fronteggia il municipio di Yongxing, un villaggio della periferia nord di Canton. All’interno dell’edificio era in corso una riunione tra amministratori e rappresentanti dei cittadini su un problema che assilla la popolazione: la presenza di un inceneritore gestito da Veolia, accusato di avvelenare l’aria, e che dovrebbe raddoppiare la capacità di trattamento entro poco tempo.

C’erano donne anziane che chiedevano libertà di espressione. Ma anche giovani che indossavano maschere antigas e tentavano di forzare un cordone di poliziotti. Tutti quanti furiosi per il lavoro indefesso dell’impianto a doppio camino, che brucia i rifiuti. Alcuni si lamentavano del fatto che non è possibile neppure aprire le finestre di casa per i forti odori.

L’inceneritore era stato fermato dopo un incidente avvenuto a inizio anno: l’esplosione di una condotta di acqua calda che aveva provocato cinque feriti.

E pensare che tutti lo considerano un progetto modello, affidato a Veolia per 45 milioni di euro in dieci anni di gestione. In realtà l’inceneritore ha sostituito una vecchia discarica, contro la quale gli abitanti si erano aspramente battuti negli anni scorsi.

Oggi, però, tutti si sono scoperti prigionieri dell’inquinamento e non esitano a definire Yongxing «villaggio del cancro». E la popolazione non può nemmeno vendere le proprie case e andarsene, perché il valore degli immobili è crollato. Chi si arrischierebbe ad acquistare in un posto simile?

E non è l’unica questione in sospeso, quella di Yongxing. In tutta l’area di Canton si moltiplicano i piani per l’apertura di nuove strutture. Che vanno a braccetto con ulteriori proteste e raccolte di firme tra la gente, che non ne vuole proprio sapere. Per esempio, a una cinquantina di chilometri da Likeng, nel distretto di Panyu, i cittadini hanno scoperto che un impianto dovrebbe sorgere proprio a casa loro. Subito si sono mobilitati.

Ed è risultato che a Likeng, dove si trova un inceneritore, tra il 2005 e il 2009 si sono registrati 62 casi di cancro, di cui 42 letali.

Il 70% di essi era di tipo respiratorio. Un brutto campanello d’allarme. E i cinesi scendono in piazza. Erano solo in 200 a Panyu. In Cina, però, non sono così pochi.