L’espresso 11/3/2010, 11 marzo 2010
NUOVA SEDE ISTAT, CANCELLATA LA GARA
C’era una volta il G8 dell’ambiente. Doveva costare 90 milioni di euro, invece di 500, tenersi alla Maddalena, invece che all’Aquila, e prevedere menu a chilometri zero con ingredienti prelevati in zona, anziché le pennette tricolore servite dalla Relais le jardin di Amedeo Ottaviani, consuocero di Gianni Letta. Per quell’ipotesi di G8, immaginata per recuperare il danno d’immagine internazionale della monnezza napoletana, Guido Bertolaso aveva coinvolto, su segnalazione di Ermete Realacci, l’architetto Mario Cucinella, adepto della geotermia e del fotovoltaico già al lavoro con Legambiente.
La collaborazione è durata dalla fine del 2007 al marzo 2008, poco dopo il primo incontro fra Cucinella e Angelo Balducci, incaricato della struttura di missione. In quell’incontro privato, Cucinella e Balducci, ex provveditore del Lazio che al tempo era presidente del Consiglio dei lavori pubblici, avevano parlato anche della gara vinta dall’architetto per la nuova sede romana dell’Istat: 2 milioni di euro di progettazione e 102 milioni di euro di base d’asta per il palazzo da realizzare a Pietralata su un terreno venduto dal Comune.
L’incontro fra i due era stato cordiale, in apparenza. Subito dopo sono incominciati i problemi. Troppo integralista Cucinella, che voleva imporre la sua squadra di specialisti al comitato di appaltatori d’assalto del gruppo Balducci. Nel giro di pochi giorni si è consumata la rottura. L’ex allievo di Renzo Piano si è ritirato dal teatro delle operazioni alla Maddalena senza ottenere il riconoscimento delle spese sostenute (circa 200 mila euro). Una sorpresa anche più brutta è arrivata in luglio, quando il provveditorato alle opere pubbliche del Lazio revoca la gara ed ha affidato la nuova sede dell’Istat alla struttura di missione per le celebrazione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, retta dallo stesso Balducci. Cucinella ha fatto ricorso al Tar, sottolineando fra l’altro che l’Istat è stata istituita nel 1926 con un decreto di Benito Mussolini
e che con il Risorgimento non c’entra, e ha perso con sentenza del luglio 2009. Il verdetto d’appello del Consiglio di Stato è fissato per il 25 maggio prossimo.