Eva Cantarella, Corriere della Sera 05/03/2010, 5 marzo 2010
ZEUS-TORO E LE CAREZZE DI EUROPA. SE L’ANIMALE ISPIRA DOLCEZZA
Il riferimento è inevitabile: la ragazza che diede il nome al nostro continente, Europa, fu sedotta da un toro. Zeus infatti, essendosene innamorato, un giorno in cui la ragazza giocava con le amiche sulla spiaggia di Tiro assunse l’aspetto di un bellissimo toro bianco, così bello che, quando andò a stendersi docilmente ai piedi di Europa, questa se ne invaghì e cominciò ad accarezzarlo e abbracciarlo, sino a salire sulla sua groppa. Il gioco era fatto: Zeus-toro si gettò nelle acque del mare e nuotò fino a quando raggiunse Creta, dove finalmente appagò il suo desiderio all’ombra di un platano secolare (un cui lontanissimo discendente si trova nel perimetro degli scavi dell’antica città di Gortina).
Il solito stupro forse? Zeus era maestro in questa attività, a quanto pare, considerata normalissima manifestazione di virilità. Ma non in questo caso. La storia con Europa fu una storia d’amore. Finalmente soddisfatto il suo desiderio, per cominciare Zeus ringraziò l’albero che aveva offerto un discreto riparo al suo amore facendogli due doni: quello di non perdere mai le foglie (ragion per cui la varietà mediterranea del platano, il platanus orientalis, è l’unico tipo di platano sempreverde); e la capacità di rendere feconde le giovani spose che dormivano sotto i suoi rami. Una leggenda lunga a morire, quella del platano magico: gli abitanti del luogo raccontano che sino a non molti anni or sono, al mattino, accadeva di trovare giovani donne addormentate alla sua ombra. La storia tra Europa e il toro, insomma, fu una storia d’amore. E che i greci condividessero questa visione del loro rapporto appare con evidenza dall’iconografia di un celebre vaso, opera del pittore Asteas , attivo a Paestum nel IV secolo a. C. Il toro nuota, o meglio vola al di sopra di un mare popolato di pesci animali marini, e la ragazza siede ben ritta sulla sua groppa, per nulla contrariata. Nel cielo, sopra la testa di Europa, l’immagine di Pothos, il desiderio amoroso ricambiato. Negli angoli superiori della cornice in cui è inserita la scena principale, a destra, il pittore ha dipinto un piccolo Eros, Afrodite e Adone: personaggi, tutti, che stanno appunto a segnalare un legame amoroso. E per finire, a dimostrare il carattere sentimentale dei rapporti tra la ragazza e il toro interviene il seguito della storia: dalla loro unione, evidentemente duratura, nacquero tre figli: Minosse, Radamante e Sarpedonte.
Nel mito di Europa, il toro è un animale mansueto, per non dire dolce (o, quantomeno, è anche capace di dolcezza). Eppure, proprio nel nostro continente, da millenni viene tormentato, stuzzicato, usato e abusato per dei giochi che, se piacciono a noi, o ad alcuni di noi, a lui non possono certamente piacere. Nel Palazzo minoico di Cnosso, a Creta, in una delle sale dell’appartamento reale, un affresco rappresenta la Taurocathapsia, una serie di esercizi compiuti da acrobati (pare anche di sesso femminile) culminanti in un doppio salto sul toro. Che poi, forse, veniva sacrificato. Non sarebbe veramente ora di por fine a queste terribili pratiche, una volta per tutte?
Eva Cantarella