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 2010  marzo 06 Sabato calendario

TALK SHOW RAI ”O LI CONTROLLO O LI CHIUDO” (*

per vedere domande e risposte aprire il frammento) - ”I talk-show? Se rinviano le
elezioni non si può escludere
che ripartano tra
due mesi”, ammette
Mauro Masi, direttore generale
della Rai. Che avvenga o meno, il
messaggio è chiaro: con la scusa
della par condicio ora e sempre si
potrà bloccare l’infor mazione.
Dolcevita di cachemire, nervoso,
viso bruciato dal sole delle Maldive
’ dove sembra abbia passato
l’ultima settimana (lo cercavano
tutti ma era introvabile) – l’ex segretario
generale di Palazzo Chigi
parla col Fatto Quotidiano della
scelta che gli ha regalato il soprannome
’Masi mani di forbice”.
Direttore, persino Bruno Vespa,
durante una manifestazione
per la libertà di stampa,
ha detto che la sua decisione
ferisce la democrazia.
Non l’ho proposta a cuor leggero.
Ma visto che il regolamento della
Vigilanza equipara informazione
a comunicazione politica, non
avevamo altra scelta.
La Corte costituzionale ha
sentenziato che non si può
mettere sullo stesso piano un
programma di approfondimento
e una tribuna elettorale.
Non poteva rifiutarsi di applicare
la norma?
Ritengo di no.
Ma c’è anche un parere dell’uf -
ficio legale Rai che considera
lo stop ai programmi incostituzionale
.
Andrebbe presentato un ricorso.
Allora perché non l’avete fatto?
Eh, è un punto molto delicato.
Comunque dubito si possa fare, e
poi comporterebbe tempi troppo
lunghi. La Rai non poteva rifiutarsi
di applicare il regolamento.
Perché no?
Per il rischio di sanzioni.
Anche se fosse, avreste perso
meno di quei 4 milioni di euro
di mancate entrate pubblicitarie
per il black out.
Guardate cosa dice la concessionaria
di pubblicità, la Sipra [sventola
un foglio]: non perderemo
un euro.
Però giovedì al posto di Annozero
è andata ”La carica dei
101”: 2,5 milioni di telespettatori
in meno. Gli inserzionisti
non saranno felici.
Infatti, l’abbiamo detto sin
dall’inizio che il regolamento
avrebbe danneggiato la Rai. Ma
non l’ho fatto io.
Se in alcune regioni le elezioni
vengono rinviate, le trasmissioni
riprendono?
Bisogna vedere.
Ma è possibile che il black out si
estenda per due mesi?
Gli americani dicono we will cross
the bridge when we get there [attra -
versiamo il ponte quando ci arriviamo,
ndr]. We don’t know now yet
[non lo sappiamo ancora].
Quindi può succedere?
Mi auguro, senza infingimenti, di
no.
Ma lo può escludere?
E come faccio?
Non sarebbe gravissimo sospendere
i talk-show per due
mesi?
I programmi non sono mica stati
cassati, solo rimandati.
Però la legge sulla par condicio
non impone di bloccarne la
messa in onda.
Guardate che Santoro non avrebbe
potuto comunque fare trasmissioni
di tipo politico.
I conduttori erano pronti a fare
puntate non politiche: Annozero
ha ospitato Morgan
parlando di droga e ha fatto il
20 per cento di share (5 milioni
di spettatori).
Non ho visto la trasmissione con
Morgan. Però è difficile stabilire
cos’è politica e cosa no: una delle
candidate più importanti, in
un’importante regione, si è occupata
tanto di droga. La connessione
nasce subito!
Solo lei riesce a pensare a Emma
Bonino quando si parla di
Morgan.
Sono trasmissioni in diretta, come
faccio a controllarle?
La par condicio è già stata violata
durante Sanremo: ci sono
andati sia il ministro Claudio
Scajola sia il segretario del Pd
Pier Luigi Bersani.
Sì, a me quel passaggio non è piaciuto.
Se avremo delle sanzioni la
Rai se le sarà meritate.
Durante Sanremo, Mediaset
ha annullato la sua controprogrammazione.
Siete in buoni
rappor ti?
Ho zero rapporti con loro. A Confalonieri
[presidente Mediaset,
ndr] dico buongiorno e buonas
e ra .
Perché non vi siete fidati della
capacità dei giornalisti di
rispettare la par condicio?
E’ una sciocchezza totale:
questa è una forma di tutela
anche per i conduttori e,
credetemi, loro lo sanno.
Vespa ha detto che si puniscono
tutti per educare
Santoro.
L’ha detto Vespa. Non è
così. Rispetto molto tutti
loro, grandi professionisti
della tv. Figuriamoci, io sono
un neofita del prodotto
tele visivo.
L’Italia è l’unica democrazia
occidentale in cui si impedisce
ai giornalisti, durante una
campagna elettorale, di raccontare
la politica.
Io ho avuto la fortuna di vivere
dappertutto, ho avuto mogli inglesi,
americane, di varia natura
. . .
In che senso, scusi?
Non parlo di argomenti privati.
Dicevo: quello che è unico, nel
servizio pubblico, è che bisogna
accontentare sia la nicchia che il
m e rc a t o .
Non è più unico ancora che la
Rai sia in mano ai partiti?
Bella domanda. Ma è un argomento
da convegno.
Il presidente Paolo Garimberti
dice che la Rai sta morendo.
Non l’ha mai detto.
Sì che l’ha detto. Forse mentre
lei era alle Maldive. A proposito,
è abbronzatissimo.
Io? Grazie, comunque con Paolo
ho un rapporto molto buono. E
personalmente non ritengo affatto
che la Rai sia morente.
Togliete Annozero, Porta a
Porta, Ballarò e l’Ultima parola
per lasciare spazio alle tribune
elettorali. Ma l’esperienza
insegna che non le guarda nessuno.
E che ci posso fare io? Spero che le
seguano!
Il punto è che gli italiani si informeranno
solo con i telegiornali.
Tra questi il più seguito
è il Tg1, che ha comunicato
a più di 6 milioni di telespettatori
una notizia falsa, cioè che
l’avvocato David Mills, corrotto
nell’interesse di Silvio Berlusconi,
è stato assolto anziché
p re s c r i t t o.
Su questo stiamo approfondendo.
Non è la prima volta che succede
.
Oggi [ieri, ndr] incontro tutti i direttori
delle testate per richiamarli
a un rispetto stretto della par
condicio. Devono essere più responsa
bili.
Masi, che c’entrano le bugie di
Minzolini con la par condicio?
Non posso dire altro, approfondiremo,
ci risentiremo...
Ma chi deve intervenire se
Minzolini dice bugie?
C’è un comitato etico.
Lei sa se Minzolini decide da
solo la scaletta del Tg1 o si fa
suggerire da Berlusconi ?
Non sono in grado di dirlo.
Minzolini ha fatto un editoriale
contro le intercettazioni su
Angelo Balducci. Ora scopriamo
le sue telefonate con la
’cricca”, a cui faceva pure dei
favori.
Valuteremo. Vedremo se c’è un
problema deontologico.
Tra l’altro lei ha raccomandato
il fratello della sua fidanzata,
Anthony Smit, a Diego
Anemone, oggi in carcere per
l’inchiesta sullo scandalo degli
ap p a l t i .
[Scatta in piedi] Ne parleremo in
un’altra intervista.
Quali sono i suoi rapporti con
l’ex piduista Luigi Bisignani?
Sono personali. Ne parliamo
un’altra volta.
E’ vero che le hanno proposto
un incarico alle Ferrovie dello
Stato?
[Si risiede] Sto benissimo qui, anche
se non ero abituato a questa
esposizione mediatica.
Qualche mese fa lei ha rifiutato
l’accordo con Sky
per trasmettere i contenuti
Rai sul satellite. Perché?
Ci hanno offerto un prezzo
inaccetta bile.
50 milioni di euro all’anno per
7 anni...
Ma noi avevamo valutato almeno
200 milioni di euro all’anno.
Però, e lei lo sapeva già quando
ha rifiutato la proposta, Sky
aveva pronta la chiavetta digitale,
con cui può trasmettere
comunque i vostri contenuti
senza pagarveli: in pratica avete
rinunciato a 350 milioni di
euro per nulla.
I tecnici mi dicono che i risultati
della chiavetta non sono consolidati.
Io l’ho provata e non funziona.
Perché la Rai non ha l’alta definizione?
Sono qui da pochi mesi.
Però siete indietro: quando il
Tg1 va all’estero, usa ancora la
vecchia detacam sp.
Guardate... anche questo è un
problema che viene dal passato.
Ma lei è esperto di televisione?
Però sto studiando... Il prodotto
televisivo è uno strumento complesso,
io mi avvicino con umiltà.
Ma per fare il direttore generale
di una televisione non bisognerebbe
conoscerla?
Mi chiede se padroneggio?
Mmm... bè... è difficile, ma studio.