Giovanna Gabrielli, il Fatto Quotidiano 6/3/2010;, 6 marzo 2010
IL FATTO DI IERI - 6 MARZO 1940
Prima di ricordare il giorno in cui Massimo Mila, tra i grandi musicologi del ”900, finì di scontare la condanna inflittagli dal Tribunale Speciale fascista, val la pena di registrare con quale feroce disinvoltura il regime distribuiva anni di galera. 10, 20 anni per ricostruzione del PCI o della CGdL, 5 per un volantino, 10 per una frase ascoltata da una spia. Giovane antifascista torinese, Mila, accusato di far parte di Giustizia e Libertà, fu arrestato, su delazione della spia dell’OVRA Pitigrilli, il 15 maggio ”35, nella retata che azzerò l’intero gruppo torinese di GL, da Bauer a Foa. Critico raffinato con l’amore per la montagna, aiutava i fuorusciti a passare il confine per itinerari insoliti. ”Mettevo a disposizione di GL le mie sole capacità sicure: quelle di alpinista…” scriverà nel suo epistolario dal carcere. 318 lettere in cui, senza un filo di vittimismo, rivendica con humour i vantaggi della solitudine. ”…mi risparmia il commercio quotidiano con i cretini che, fuori dalle prigioni, si incontrano a ogni passo”. A Regina Coeli, da cui uscirà il 6 marzo ”40, oltre all’amata musica, si dedicherà ”dannatamente” a Baudelaire e ai classici. ”Soldato di GL e umanista”, come amava definirsi.