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 2010  marzo 05 Venerdì calendario

LIBERATO MERCOLED NESSUNO SA DOVE SIA ANDATO

Ieri, per Omar, è stato il secondo giorno da ex detenuto. Ma nessuno sa dove sia andato. Neppure i legali, Vittorio Gatti e Lorenzo Repetti, sono riusciti a mettersi in contatto con lui. Dopo la scarcerazione dal penitenziario di Quarto d’Asti, mercoledì scorso, erano riusciti a sentirlo al telefono per qualche minuto appena. «Non ha voglia di parlare, vuole stare tranquillo. Dice che quando se la sentirà verrà a trovarci nel nostro studio» hanno spiegato gli avvocati che l’hanno assistito fin dalle primissime fasi dell’indagine: dal giorno dell’arresto nel 2001 fino alla condanna in Cassazione e durante i nove anni di pena.
Gatti e Repetti hanno anche provato a convincerlo. Gli hanno consigliato di rilasciare qualche dichiarazione dopo la scarcerazione: «Così smetteranno d’inseguirti e la pressione dei media non ti schiaccerà» gli hanno detto. «Vorremo che ricominciasse una nuova vita, ma è difficile farlo quando si è braccati da giornalisti, fotografi, televisioni» hanno ribadito i due legali. Un consiglio rimasto inascoltato. Anche ieri, davanti all’elegante condominio nel centro di Asti, dove abitano i genitori, è proseguito l’assedio di troupe televisive, parabole e cameramen. Ma le tapparelle dell’appartametno al secondo piano sono rimaste sempre chiuse.
Omar da giorni ormai non va più a lavorare nella serra nel servizio «Aree verdi» del Comune. Nessuno sa dove sia. Diceva che tra le prime cose avrebbe voluto rivedere il mare e qualcuno ipotizza sia andato a trascorrere qualche giorno in Liguria, alle «cinque terre».
Altri invece credono che non si sia mosso da Asti. Che sia rimasto in zona, ospite di amici di famiglia, o più isolato, in qualche agriturismo. Per ora le uniche tracce di chi, ancora oggi, è definito il «fidanzatino di Erika» o «quello nel massacro di Novi Ligure» si seguono su Facebook.
Sul social network ci sono gruppi che gridano allo scandalo perchè Omar sarebbe stato scarcerato troppo presto. Nove anni probabilmente interminabili, per lui, non sono stati altrettanto lunghi per il popolo di Facebook. «Non voglio insultare nessuno, ma trovo vergognoso che un ragazzo che, con una ferocia inaudita, ha ucciso due persone, se la cavi con una pena così ridicola» si lamenta un’iscritta al gruppo intitolato «per tutti quelli che vogliono che Omar Favaro resti in carcere». E poi indignata chiede: «Questi ragazzini hanno ucciso come fosse un divertimento due persone, madre e figlio, senza averne alcun motivo. E oggi, nove miseri anni dopo, uno di loro già esce di galera?»