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 2010  marzo 05 Venerdì calendario

UNA DISNYLAND PER MAIALI E GALLINE, CON GIOCATTOLI E SEGATURA

«Perché i maiali trovano interessante mordere la paglia fino a farla a brandelli? Credo per lo stesso motivo per cui io, da bambina, passavo ore a giocare con la sabbia. Ogni granello aveva forma diversa, e la sabbia emanava riflessi diversi a seconda di come orientavo il flusso tra le mani. Credo che valga anche per i maiali, così focalizzati su ciò che possono manipolare con il grugno. Ogni filo della paglia è diverso, quindi affascinante, e i maiali sono spinti a esplorarla e mordicchiarla finché non l’hanno fatta a pezzi. I maiali come i bambini autistici sono ossessionati da tutto ciò che è manipolabile». A raccontare è Temple Grandin, nel libro Gli animali ci rendono umani (Sperling&Kupfer). I maiali, scrive, sono intelligenti e curiosi (George Orwell ne fece i capi della rivoluzione nella Fattoria degli animali) e anche Winston Churchill li ammirava per l’intelligenza: «Se i cani ci guardano adoranti, i gatti dall’alto in basso, loro, i maiali, ci trattano da pari a pari».
Cani, gatti, cavalli, mucche, maiali, polli, galline, tutti gli animali, anche negli zoo, hanno diritto a cinque libertà fondamentali, individuate negli anni 60 dal Rapporto britannico Brambwell: libertà da fame e sete, da disagio fisico, dolore e malattia, da paura e stress, e libertà di esprimere comportamenti normali. Per garantire le migliori condizioni di vita (in uno zoo, in casa, in una fattoria) occorre prima di tutto, sostiene Grandin, capire e loro emozioni e di cosa hanno bisogno. Cosa sono per loro stress, rabbia, solitudine, paura, noia? Si può immaginare una Disneyland per i suini, un ambiente stimolante con paglia a volontà in cui possano rotolarsi, e tanti giocattoli (palloni di plastica e vecchi elenchi telefonici da strappare), e allevamenti di galline (senza quelle atroci gabbie) in uno spazio su un unico livello, con la segatura in cui razzolare, con trespoli e nidi per le uova. Esistono sistemi in cui il benessere degli animali da allevamento può essere garantito. L’imperativo, sostiene Grandin, è soddisfarne le esigenze fisiche ed emotive. E se stanno bene, lo si deduce dai loro comportamenti. Come per gli esseri umani.