Giovanna Gabrielli, il Fatto Quotidiano 5/3/2010;, 5 marzo 2010
IL FATTO DI IERI - 5 MARZO 1972
Molti abitanti dell’Isola Garibaldi, il quartiere simbolo della Milano operaia e antifascista, a ridosso dei navigli, se lo ricordano ancora quel 5 marzo ”72, quando, dopo mesi di proteste, si riunirono in assemblea al Teatro Fossati, decisi a stoppare il progetto di demolizione delle antiche case. ”La lotta del Garibaldi”, come ricorda un libriccino introvabile edito da Feltrinelli nel ”73, fu una delle più memorabili battaglie dei comitati popolari della capitale lombarda. Vincente fino ai tempi della famosa ”Milano da bere”, quando il vecchio quartiere, con la complicità di politici, ossequiosi broker degli speculatori, si trasformò in oggetto del desiderio dei signori del mattone e della moda. Ed è ormai storia di oggi. Perché sull’antica Isola, con la sua Stecca degli Artigiani, ex fabbrica diventata spazio cult, le case di ringhiera ristrutturate e ben 200 piante secolari, sta per calare, una colata di 90 mila metri cubi di cemento. Un polo targato Ligresti e Hines in cui piazzare un Pirellone bis, la Città della Moda , il nuovo grattacielo del comune e, al posto del mitico ”Bosco della Gioia”, un simulacro di spazio verde definito ”bonsai del Central Park”. Come dire, l’Isola che non c’è più.