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 2010  marzo 04 Giovedì calendario

L’Europa ha condannato l’Italia per l’emergenza rifiuti in Campania nel 2007. Il nostro Paese, scrive la Corte di Giustizia del Lussemburgo nella sentenza con cui si chiude la procedura aperta nel luglio 2008, «non ha adottato tutte le misure necessarie» ad evitare la crisi «che ha indignato il mondo, ha messo in pericolo la salute umana e recato pregiudizio all’ambiente»

L’Europa ha condannato l’Italia per l’emergenza rifiuti in Campania nel 2007. Il nostro Paese, scrive la Corte di Giustizia del Lussemburgo nella sentenza con cui si chiude la procedura aperta nel luglio 2008, «non ha adottato tutte le misure necessarie» ad evitare la crisi «che ha indignato il mondo, ha messo in pericolo la salute umana e recato pregiudizio all’ambiente». Nelle motivazioni viene escluso ogni alibi: «Né l’opposizione della popolazione né gli inadempimenti contrattuali e neppure l’esistenza di attività criminali costituiscono casi di forza maggiore che possono giustificare la violazione degli obblighi derivanti dalla direttiva e la mancata realizzazione effettiva e nei tempi previsti degli impianti». Dopo l’avvio della procedura d’infrazione, la Commissione aveva congelato i fondi comunitari destinati alla Campania per circa 500 milioni di euro (300 della programmazione 2007-2013 e i restanti dei sette anni precedenti). Il capo della Protezione civile Guido Bertolaso, dopo aver sottolineato che la Corte ha esaminato una situazione «antecedente a quella che ho assunto nel maggio 2008 come sottosegretario», conta di sbloccare i soldi «nei prossimi mesi», proprio dimostrando all’Unione che i fatti ripercorsi nella sentenza appartengono già al passato.