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 2010  febbraio 28 Domenica calendario

CATTIVI PENSIERI DI GIANNI MURA *


Klass Jan Huntelaar il gol alla Fiorentina l’ha festeggiato a modo suo, ripetendo il gesto dell’ombrello. Il giorno dopo, leggo sulla Gazzetta, sotto la foto del bras d’honneur (in certe cose i francesi sono inarrivabili), l’attaccante scrive sul sito del Milan: «Dopo il mio gol sono letteralmente impazzito di gioia. Il mio gesto di esultanza era di gioia, di liberazione, rispetto ai molti minuti in cui siamo stati in svantaggio, ma non era assolutamente offensivo verso i tifosi avversari. Mi spiace davvero sia stato visto in questo modo». Spiace anche a me, ma non saprei in quale altro modo si potrebbe vederlo. Il gesto dell’ombrello, o manichetta, lo fece anche un altro olandese, Van Bommel, al Bernabeu, e beccò tre turni di squalifica dall’Uefa. Stia tranquillo Huntelaar, siamo in Italia e non sarà punito, in quanto nemmeno deferito. Nel commentare le sanzioni all’Inter dopo la partita con la Samp avevo espresso un desiderio: occhi e orecchie sempre aperti, su ogni campo. Questa omissione su Huntelaar, visto da tutto lo stadio ma non dai preposti (3, è grave), ci riporta al fatto che siamo in Italia.
Ne approfittiamo per andarcene altrove, diciamo in Francia, più esattamente ad Azincourt: è il 25 ottobre 1415. Non solo i francesi sono inarrivabili, ma il bras d’honneur l’hanno inventato loro. E anche, secondo gli studiosi della gestualità, il dito medio teso, ben più usato nel mondo, che esprime un concetto analogo. A quella battaglia gli inglesi arrivarono per la prima volta con il longbow, l’arco lungo, e i francesi li irridevano mostrando il medio teso di una mano e l’altra nel gesto di tagliarlo. Cioè, ai prigionieri sarebbe stato mozzato il medio così da impedirgli, in futuro, di tirare con l’arco. I francesi più sfacciati mimarono il taglio dell’avambraccio. Non avevano calcolato la potenza del nuovo arco. Risultato finale, sul campo: Francia 10.000 morti, Inghilterra 500. In panchina Carlo VI e Enrico V.

In Inghilterra ieri c’ era Chelsea-Manchester City, Ancelotti contro Mancini, Terry contro Bridge. Giovedì Bridge aveva già annunciato l’ addio alla nazionale, per evitare situazioni imbarazzanti. Ieri, tutti a vedere se avrebbe teso la mano a Terry. Non l’ ha tesa (7,5). Questa storia di corna, o di amicizia tradita, che ha indotto Capello a togliere la fascia di capitano a Terry (giusto:7) mentre Ancelotti gliel’ ha lasciata, appassiona moltissimo gli inglesi. Da loro gli scandali a sfondo sessuale (ragazze disponibili, droga, alcol, patti segreti, ricatti) sono quasi tutti nel calcio. In Italia, quasi tutti nella politica. Vedete voi chi ci guadagna, tra spalti e appalti, escort e scorte. Restiamo in Inghilterra. Sulla Stampa di venerdì una pagina intitolata "All’ università serve l’ antidoping?". Ha lanciato l’ allarme sul Guardian Barbara Sahakian, docente di neurologia a Cambridge. Nelle università britanniche, ha detto, girano troppi farmaci per stimolare l’ attenzione, la concentrazione, e scacciare il sonno. Si tratta di ampachine, betabloccanti come il Propranolol, e ancora i famosi Ritalin e Provigil, e ancora Modafinil e Donepezil. Alcuni creati per combattere l’ Alzheimer, ma che vuol dire? Anche l’ epo non nasce come doping di ciclisti e atleti assortiti. La situazione descritta dalla Sahakian è seria: son così tanti quelli che s’ impasticcano che per tenere il passo s’ impasticcano anche quelli che non s’ erano mai impasticcati. Quindi chi assume medicinali per aumentare il rendimento negli studi gioca sporco, perché i voti incidono sulla capacità di trovare lavoro (senza parlare dei rischi per la salute). E a questo punto combaciano perfettamente lo sport e la vita. "Il dopato è uno che ruba il pane", sentenziòa suo tempo Bernard Hinault, sottintendendo che chi va forte grazie alla chimica danneggia chi conta solo sulle sue forze. Forze fisiche, per pedalare. Forze psicofisiche, per studiare. Rappresentano il 20% degli studenti inglesi fra 20 e 25 anni quelli che fanno uso extraterapeutico di farmaci, di doping per il cervello. E allora si deve pensare all’ antidoping nelle università? "E’ una possibilità che val la pena di vagliare" conclude la Sahakian.

* Io per Il FoglioRosa prenderei la prima parte del pezzo, quando spiega come è nato il gesto dell’ombrello e del dito medio teso.