5 marzo 2010
Giovanni Schubert, 76 anni. Milanese, titolare di una nota galleria d’arte a pochi passi dal Duomo, sposato e padre di due figlie di 42 e 43 anni, «buono come il pane, un mecenate che ha sempre lavorato per le cose belle», tempo fa aveva affidato alcuni quadri da vendere al collaboratore Matteo Chigorno, 36 anni, commerciante d’arte a cui aveva insegnato il mestiere e «che trattava come un figlio»
Giovanni Schubert, 76 anni. Milanese, titolare di una nota galleria d’arte a pochi passi dal Duomo, sposato e padre di due figlie di 42 e 43 anni, «buono come il pane, un mecenate che ha sempre lavorato per le cose belle», tempo fa aveva affidato alcuni quadri da vendere al collaboratore Matteo Chigorno, 36 anni, commerciante d’arte a cui aveva insegnato il mestiere e «che trattava come un figlio». Costui, visto che Schubert per quelle tele pretendeva a suo giudizio troppi soldi, mercoledì sera gli diede appuntamento nella sua casa vicino ai Navigli. A un certo punto però, siccome non si arrivava a un accordo, lo prese a calci e pugni, gli sbattè la testa contro il pavimento, trascinò il cadavere nel box, con un coltellaccio lo segò in piccoli tocchi, ficcò i tocchi in sei sacchi della spazzatura e andò infine a gettare i sacchi nell’acqua del Naviglio Pavese. Serata di mercoledì 3 marzo in un appartamento vicino ai Navigli a Milano.