Gian Guido Vecchi, Corriere della Sera 04/03/2010, 4 marzo 2010
L’INTERVENTO VATICANO: FUORI BALDUCCI E IL CORISTA NIGERIANO
Un tempo si chiamavano «Cavalieri di spada e cappa», ma faceva un po’ Dumas. Ora il loro nome è «Gentiluomini di Sua Santità», uno dei gruppi più esclusivi del mondo, fanno parte della «Famiglia pontificia» e come tali – si legge nel Motu proprio Pontificalis Domus firmato da Paolo VI nel ”68 – sono al servizio del Papa e «si distinguono per il bene delle anime e la gloria del nome del Signore». Angelo Balducci non ne farà più parte, «a questo punto, al di là dell’inchiesta in corso, se ci sono ombre così consistenti il problema non si pone neppure», sillabavano ieri pomeriggio ai piani alti del Vaticano.
La reazione della Santa Sede è stata immediata quanto l’imbarazzo creato dalla pubblicazione di un’informativa dei carabinieri in cui si dice che «l’ingegner Balducci, per organizzare incontri occasionali di tipo sessuale, si avvale dell’intermediazione di due soggetti, che si ritiene possano far parte di una rete organizzata, operante soprattutto nella capitale, di sfruttatori o comunque favoreggiatori della prostituzione maschile». Uno dei due «soggetti» che fornivano i ragazzi’ con tanto di descrizione dettagliata della loro prestanza fisica, come si legge nelle intercettazioni – faceva il corista nella Cappella Giulia, o «reverenda Cappella Musicale della Sacrosanta Basilica Papale di San Pietro»: Chinedu Thomas Ehiem, nigeriano, è stato subito cacciato dal coro e il Vaticano, fin da ieri mattina, ha fatto subito sapere che «non si tratta di un religioso né di un seminarista».
Chiaro che Oltretevere si cerchi di stendere una sorta di cordone sanitario intorno alla vicenda, ma la cosa non è semplice. Nelle intercettazioni sui «festini» gay, tra i giovani disponibili a pagamento, si allude anche a seminaristi («a che ora deve ritornare in Seminario? » , domanda Balducci a Ehiem). C’è chi dice che il nigeriano «cantava nel coro perché aveva una bella voce», chi spiega che vengono fatte audizioni e «sì, quel ragazzo girava in Vaticano», ma la Cappella voluta nel VI secolo da Gregorio Magno e rifondata da Giulio II nel 1513 non è un coro parrocchiale, canta nelle cerimonie celebrate in San Pietro (in assenza del Papa) e «anche per le audizioni bisogna essere presentati da qualcuno all’interno».
Pure il caso di Angelo Balducci, l’ex alto funzionario della Protezione civile arrestato nell’inchiesta sugli appalti al G8, ha un solo precedente: quello del «gentiluomo» Umberto Ortolani, il finanziere degli scandali della P2 e del Banco Ambrosiano, che da un anno all’altro, nell’83, semplicemente scomparve dall’Annuario Pontificio senza bisogno di comunicazioni ufficiali. Che è quello che accadrà l’anno prossimo (l’Annuario 2010 è già stato stampato), a meno che lo stesso Balducci non si convinca a «dimettersi» da sé: Oltretevere, del resto, non è piaciuto che dopo l’arresto abbia lasciato tutti gli incarichi italiani ma non quelli vaticani, tanto più che l’ex presidente del consiglio dei lavori pubblici, amico di cardinali come Leonardo Sandri, risulta pure «consultore» di Propaganda
Fide, la potentissima congregazione per le terre di missione (Africa e Asia in testa) il cui prefetto viene definito il «Papa rosso».
In tutto questo, Benedetto XVI riceverà sabato volontari e personale della Protezione Civile, dalle seimila alle settemila persone, un’idea nata dopo la visita del Papa a l’Aquila nell’aprile dell’anno scorso e definita a novembre, prima che si sapesse dell’inchiesta.
Gian Guido Vecchi