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 2010  marzo 01 Lunedì calendario

Anno VII - Trecentoundicesima settimana Dal 22 febbraio al 1° marzo 2010Polverini Il Pdl è in crisi perché il tizio che doveva consegnare la lista del partito da votare a Roma, «è uscito un momento» non si sa se per mangiare un panino, fare una correzione o trovare un pezzo di carta che mancava

Anno VII - Trecentoundicesima settimana Dal 22 febbraio al 1° marzo 2010

Polverini Il Pdl è in crisi perché il tizio che doveva consegnare la lista del partito da votare a Roma, «è uscito un momento» non si sa se per mangiare un panino, fare una correzione o trovare un pezzo di carta che mancava. Fatto sta che quando si è ripresentato all’Ufficio elettorale del Tribunale, i cancelli erano stati chiusi: mezzogiorno era passato, il tempo era scaduto. Pareva un incidente da poco, ma la Corte d’Appello, già domenica sera, ha respinto il ricorso dei berlusconiani e sentenziato che, essendo stata presentata in ritardo la documentazione, la lista doveva considerarsi esclusa dal voto. A questo punto si è assistito a uno spettacolo grottesco: Alemanno e la Polverini hanno chiesto aiuto a Napolitano, dall’entourage di Berlusconi è partito una specie di appello accorato «affinché non prevalga la burocrazia», si dice che Fini abbia imprecato «è da fessi, da deficienti, da imbecilli», Gianfranco Rotondi ha rilasciato una dichiarazione tremenda («I maestri del Pdl hanno fatto perdere la Polverini a tavolino. Io ne ho piene le tasche di fare il parente povero in questa banda di incapaci. Nemmeno la campagna elettorale mi induce a misericordia»), intanto il nuovo direttore del quotidiano romano Il Tempo, Mario Sechi, invitava Berlusconi a «dare una pedata» al responsabile del misfatto. Costui, di nome Alfredo Milioni, è un ex socialista passato poi a Forza Italia. Il Corriere della Sera scrive che già nelle elezioni comunali del 2006, saputo di non essere stato candidato, sarebbe sparito per una notte con le liste. Ma il pasticcio è davvero stato provocato dalla balordaggine di quest’uomo? Non siamo di fronte a un anticipo della battaglia all’ultimo sangue tra finiani e berlusconiani che si scatenerà subito dopo il voto del 28-29 marzo? La Polverini, candidata presidente nel Lazio, è una finiana doc, troppo rossa forse per i gusti di Berlusconi (guida il sindacato di destra Ugl, molto amico oggi di Cgil-Cisl-Uil). Domenica scorsa Vittorio Feltri ha fatto fare al Giornale il titolo: «Così Fini vuol rubare il PdL al Cavaliere». I romani potranno votare lo stesso la Polverini attraverso altre liste collegate (Udc, La Destra ecc.), ma, a meno che qualche ricorso non venga accettato o non si rinviino le elezioni, in consiglio regionale il PdL avrà comunque una rappresentanza decurtata dal curioso, se non misterioso, incidente.

Cile Qualcuno si chiede se la Terra non tremi a questo punto più di una volta, dato che un altro terremoto devastante ha scosso il Pianeta, stavolta dalle parti del Sudamerica: alle 3.34 del mattino di sabato 27 febbraio (le 7.34 da noi), epicentro a 59 chilometri sotto il livello del mare, 300 chilometri a sud di Santiago, una scossa di magnitudo 8.8 ha provocato morte e distruzione in Cile, colpendo specialmente le città di Santiago e Concepción. Nel momento in cui scriviamo risultano 711 morti, ma è probabile che il saldo finale sarà di mille, se non di mille e cinquecento vittime. La macabra conta, con centinaia di persone ancora sepolte sotto le macerie, è appena cominciata. Rispetto agli ultimi terremoti, si sono viste scene di sciacallaggio ancora più selvagge, con assalti ai supermercati di intere folle, interessate soprattutto (a quel che s’è capito) ai televisori al plasma. A Concepción le autorità hanno dovuto imporre il coprifuoco. Impressionante anche la sequenza delle scosse successive: almeno un centinaio e quasi tutte superiori ai 6 gradi della scala Richter, molto più forti cioè del sisma che ha distrutto L’Aquila. Se si prende l’Aquila come punto di riferimento, la scossa cilena è risultatata trentamila volte più violenta e, storicamente, è la settima per intensità, anche se non per numero di vittime. La scossa più forte della storia è avvenuta proprio in Cile, nel gennaio del 1960 (Valdivia, 1.700 morti). Per questo quel Paese ha adottato poi una rigida normativa antisismica, che avrebbe limitato, questa volta, le proporzioni della catastrofe. Anche se ci sono polemiche su certi palazzi di Santiago, venuti giù come fossero di marzapane, benché in teoria costruiti con tutti i crismi. Infine, alla domanda iniziale (la Terra trema più di una volta?) si può tentare di rispondere, molto alla buona, guardando la sequenza dei morti provocati dai terremoti negli ultimi dieci anni (2001-2010). La sequenza è questa: 21.357, 1.685, 33.819, 228.802, 82.364, 6.605, 712, 88.011, 1.787, 222.745. Non sembra esserci un trend ascendente.

Caroselli La truffa-carosello, ignota fino ad oggi al grande pubblico, consiste in un giro di soldi tra società, alcune delle quali fittizie e altre, magari ancora fittizie, collocate all’estero, che un po’ evadendo l’Iva e un po’ sfruttando le differenze tra la normativa italiana e quella straniera, accumula denari in un paradiso fiscale e, nello stesso tempo, ripulisce soldi di provenienza criminale. Secondo la Procura di Roma, che ha messo sotto inchiesta una novantina di persone e ne ha arrestate 56, sono pesantemente coinvolte nel traffico le due società telefoniche Telecom (attraverso una sua controllata al 100 per cento) e Fastweb. L’ex dominus di Fastweb, Silvio Scaglia, è rientrato di corsa dal Sudamerica per farsi rinchiudere a San Vittore. Fastweb appartiene ora agli svizzeri di Swisscom, che strapagarono 47 euro ad azione per comprarla nel 2007 (adesso Fastweb ne vale una quindicina). Gli svizzeri, dicendosi sorpresi della svolta data all’inchiesta, hanno dichiarato che al momento dell’Opa erano ben coscienti dell’esistenza di questa inchiesta, che non giudicarono preoccupante e inclusero nella valutazione economica data all’azienda. Nell’affaire rientra in qualche modo – che non è chiarissimo – anche la vicenda del senatore Pdl Nicola Di Girolamo, che la magistratura, previo permesso del Parlamento, vuole arrestare. Costui si sarebbe fatto eleggere all’estero pur risiedendo a Roma, grazie all’acquisto massiccio di voti organizzato dalla ”ndrangheta tramite il boss Gennaro Mobkel. Fastweb ha un milione e 700 mila clienti e i capi dell’azienda giurano che non soffriranno minimamente a causa dell’inchiesta.

Lambro Poco prima delle 4 del mattino di martedì 23 febbraio, due o forse tre sconosciuti hanno aperto i rubinetti delle sette cisterne di carburante della Lombarda Petroli di Villasanta, vicino a Monza. Il gasolio e il metano hanno allagato il terreno, poi sono finiti nei tombini e di qui direttamente al fiume Lambro. Una massa oleosa di duemila metri cubi, che s’è tentato di fermare a Piacenza, a San Nazzaro, a Emanuelle, a Ca’ del Bosco, a Boscone Cusani e infine all’altezza dell’isola Serafini, dove c’è la centrale Enel. Niente da fare. La chiazza altamente inquinante ha continuato a viaggiare, finendo nel Po, che l’ha poi trasportata al mare. Grande l’allarme generale, non tanto per gli uomini (è stato comunque proibito per qualche giorno l’uso, a qualunque fine, dell’acqua derivata dal fiume), quanto per l’ecosistema. Una grande quantità di uccelli – hanno spiegato quelli del WWF – si prepara proprio sul Delta alla cova o alla riproduzione. Anatre, cormorani, galli cedroni sono fuggiti dai luoghi improvvisamente avvelenati e sono stati segnalati dopo pochi giorni a Mantova. Dei pesci, che da poco avevano ripopolato il Lambro, un tempo inquinatissimo, il carburante ha fatto una strage.