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 2010  marzo 04 Giovedì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "BENEDETTO, MARCO"


A inserirlo (Ezio Mauro) nell’universo Agnelli, fu Marco Benedetto, l’amministratore del giornale (La Stampa). D’ora in avanti, Mauro ne sarà il delfino. Fu Benedetto infatti - divenuto consigliere delegato di Repubblica - a introdurlo anche nel quotidiano di Scalfari alla fine degli anni ”80. Nell’88, presentato dal già citato Benedetto a Scalfari, Ezio entrò a Repubblica con l’aureola di direttore in pectore.
Fonte: SCH. 11871 (MAURO Ezio)

Marco Benedetto, ad dell’Espresso, ex giornalista in pensione, nel 2004 ha ricevuto uno stipendio di 24mila euro lordi. Ma ha portato all’incasso 1,75 milioni azioni per un prezzo tra i 4,18 e i 4,29 euro l’una, guadagnando 2,2 milioni.
Fonte: G.D., Il Sole-24 Ore 12/4/2005, pag. 35.

Corrispondente genovese dell’Ansa era Marco Benedetto, l’attuale consigliere delegato di Repubblica. A lui il funzionario di polizia Arrigo Molinari dettò la notte della morte di Tenco nel 1967 l’addio del cantante.
Fonte: SCH. 108981 (MOLINARI Arrigo)

Marco Benedetto, amministratore delegato dell’Espresso, ex giornalista, ha una robusta pensione dall’Inpgi e un mini-compenso dalla società, 25.667 euro. Il punto forte del suo pacchetto retributivo sono le stock option. Purché la Borsa sia arzilla. Nel 2006 c’è stata bonaccia e non ha guadagnato nulla, anzi sono scadute 500mila opzioni che avrebbe potuto esercitare a 6,25 euro (contro un prezzo nell’anno di poco più di 4 euro). Nel 2005 aveva guadagnato 1,7 milioni lordi. Ogni anno Benedetto riceve una ricarica di stock option. L’anno scorso gli sono state assegnate 1,7 milioni di opzioni, per sottoscrivere altrettante azioni metà a 4,33 euro, metà a 3,96, scadranno nel 2013. Ha ancora ulteriori 2,95 milioni di opzioni precedenti, con scadenza media nel 2010, esercitabili a 6,5 euro, il 62% oltre l’attuale prezzo di mercato, 4 euro.(G.D.)
Fonte: Marigia Mangano, Sole 24 Ore 19/4/2007

Insieme a Luca di Montezemolo è stato il primo capo di Evelina Christillin.
Fonte: Paolo Madron, Panorama 6/7/2007

Bruno Vespa. Perché a Porta a Porta invita quasi solo i direttori dei giornali per cui scrive? «Sono solo una minoranza, io li invito tutti. Non è colpa mia se i giornalisti di Repubblica vorrebbero venire, ma l’amministratore delegato, Marco Benedetto, non glielo consente. Tranne Mario Pirani, che se ne frega e viene, gli altri che ho invitato mi hanno risposto che Repubblica non li vuole mandare». Addirittura? «Successe un caso clamoroso con Edmondo Berselli: era in viaggio verso gli studi di Porta a Porta, ma fu bloccato perché l’amministratore delegato gli disse di non venire. L’ultimo caso è stato quello di Giovanni Valentini. Siccome lui è l’autore di punta sul conflitto d’interessi, con Berlusconi era perfetto. Lui aveva accettato, credo che Ezio Mauro non avesse nulla da eccepire, ma Benedetto pose il veto».
Fonte: Libero 14 marzo 2008, BARBARA ROMANO

Resta, almeno fino all’autunno, anche Marco Benedetto, da oltre vent’anni eminenza grigia e inflessibile amministratore delegato, a meno che non decida (o decida per lui l’Ingegnere) che è venuto il momento di passare la mano a qualcun altro.
Fonte: Paolo Madron, Il sole-24 Ore 7/8/2008, pagina 1

Poi, la repentina uscita dell’amministratore delegato, Marco Benedetto, dopo 24 anni di onorato servizio. Ora il destino del 10% della società, ossia il secondo pacchetto azionario per importanza dopo quello di Carlo De Benedetti. Per il gruppo Editoriale L’Espresso si preannuncia una fase storica del tutto nuova.
Fonte: Andrea Ducci, Il Mondo 12/9/2008

Senza contare che c’è un problema sulla storica concessionaria, la Manzoni, per la quale si sta cercando -rivela ItaliaOggi- un nuovo amministratore delegato. Dato che, sino ad ora, il settore era direttamente trattato dall’ex ad del gruppo Marco Benedetto, uno che la materia la masticava assai e -come Thomas Jefferson- riteneva le inserzioni ”le uniche verità affidabili d’un giornale”.
Fonte: La grande crisi dei giornali A cominciare da Repubblica di Francesco Specchia, Libero, 20/11/2008

Al suo (Carlo Caracciolo) fianco aveva voluto e imposto il ’mastino’ del Gruppo, Marco Benedetto, amministratore delegato di cui apprezzava ciecamente l’irruenza e la tenacia, anche quando i caratteriali modi bruschi di Benedetto lo inducevano a rammendare le inevitabili tensioni.
Fonte: Gianluigi Melega, L’Espresso, 23 dicembre 2008

L’ultimo atto risale al 19 dicembre, quattro giorni dopo la scomparsa di Caracciolo: le spoglie del principe sono state da poco cremate, come lui stesso aveva chiesto e come confermano tre affidavit firmati da Corrado Passera, Marco Benedetto e Vittorio Ripa di Meana.
Fonte: Paolo Baroni, La stampa 20/1/2009

(Intervista a Giuseppe Ciarrapico su Carlo Caracciolo) Ci rimase male anche perché quando finì il rapporto con Marco Benedetto lo venne a sapere dai giornali.
Sì, ma lì è stata colpa di Marco che è un lupo solitario e si tiene tutto per sè.
Difficile immaginarlo per due che abitavano a venti metri uno dall’altro, si vedevano in ufficio e spesso mangiavano insieme.
Mangiavano a casa di Marco. Bella casa, ma tutta buia, da incubo. La voleva comprare mia moglie prima che la prendesse lui. Ma quando l’ho vista le ho detto: per carità, qui di notte girano i fantasmi.
Fonte: Paolo Madron, Il Sole-24 Ore 18/1/2009, pagina 11

Aveva ragione Marco Benedetto, quando faceva il cagnaccio per conto di Cidibbì: basta con ”sti giornalisti che scrivono libri!
Fonte: dagospia 2009

’Una proposta eccellente ma di difficile applicazione quella di De Benedetti”, spiega al Foglio Marco Benedetto, fino al 2008 amministratore delegato del gruppo L’Espresso, ”l’eventuale sussidio non potrà essere infatti riservato ai soli iscritti alla Fieg”. Da marzo direttore del giornale web BlitzQuotidiano, Benedetto ha maturato la convinzione che ”il vero problema” che insidia l’editoria sono le rassegne stampa on line: ”A partire da quelle dei siti istituzionali, da Palazzo Chigi in giù”.
Fonte: Marco Valerio Lo Prete, Il foglio 2/10/2009
Alla vigilia del passaggio di consegne (Monica Mondardini, che da due anni ha sostituito Marco Benedetto alla guida del gruppo Espresso e che ha natali romagnoli -è nata a Cesena 50 anni fa-), come racconta un articolo della Stampa del 2008, i giornalisti, terrorizzati dalla sua fama di dura, avevano già coniato uno slogan, «dal mastino di Genova (Benedetto è genovese) alla tigre di Cesena».
Fonte: Michele Masneri, Il Riformista 16/2/2010