Giovanna Gabrielli, il Fatto Quotidiano 4/3/2010;, 4 marzo 2010
IL FATTO DI IERI - 4 MARZO 1947
Fu l’ultima condanna a morte della storia d’Italia. Era il ”4 7, con la Repubblica già nata e i Costituenti pronti a scrivere l’articolo 27 che cancellava la pena capitale. Ma per quei tre feroci assassini, non si commosse nemmeno il presidente De Nicola, fermo nel negare la grazia. Nessun retroscena politico dietro il massacro di Villarbasse, tra i più efferati del ”900 italiano, compiuto da spietati rapinatori comuni. Una storiaccia di sangue avvenuta il 20 novembre ”45, quando 4 banditi siciliani irrompono nella Cascina Simonetto, nella campagna torinese, dove il proprietario è raccolto, con i suoi 9 ospiti, attorno a una bella tavolata. I quattro cercano la cassaforte, ma qualcosa non va. Uno dei killer perde la maschera e allora ha inizio la mattanza. Senza pietà 10 persone saranno accoppate a bastonate e nascoste nella cisterna. I quattro raccatteranno qualche soldo, tre salami, un po’ di biancheria. I cadaveri accatastati nel pozzo saranno trovati solo 10 giorni dopo. Nel frattempo, uno dei complici è fuggito in Sicilia. Gli altri tre, scoperti, confesseranno. Una strage senza senso, finita con un’esecuzione tra le sterpaglie delle Basse di Stura. L’ultima del nostro paese.