Rosita Cavallaro, Il Messaggero 3/3/2010, 3 marzo 2010
IL SISMA SPOSTA LA TERRA
BUENOS AIRES – Sale a «quasi ottocento morti» il bilancio del terremoto che sabato ha sconvolto il Cile. Ad annunciarlo è stata la presidente Michelle Bachelet, che ha sottolineato come questa cifra sia purtroppo destinata ad aumentare. Il sisma è stato così violento che, secondo uno studio della Nasa, l’asse terrestre si è spostato di otto centimetri. Questo ha causato un accorciamento, sia pure impercettibile, delle giornate, pari a 1,26 microsecondi. Richard Gross, ricercatore del Jet Propulsion Laboratory, ha sottolineato come questo spostamento sia stato superiore a quello registrato dal terremoto di Sumatra del 2004 - ancora più potente - che provocò un devastante tsunami nell’Oceano indiano.
«Concepción è sotto controllo», afferma la presidente. La capitale del Bio Bio, tra le più colpite dal sisma, è da sabato teatro di saccheggi e atti di vandalismo. Nella città i soccorsi si concentrano intorno a un edificio di 14 piani da cui finora sono state estratte vive 79 persone mentre altre 7 sono ancora intrappolate. A fatica si sta ora cercando di tornare a una relativa normalità. Per le strade la gente ha ancora paura, tanto da decidere di armarsi di bastoni per difendersi dagli assalti notturni. A ben tre giorni dal terremoto si stanno finalmente organizzando centri per la distribuzione di viveri. Mentre nei quartieri più ”caldi” acqua e cibo vengono consegnati porta a porta per evitare disordini.
Dopo le polemiche sul ritardo degli aiuti, c’e chi dal governo ha dato la colpa alle disastrate condizioni della rete stradale. Crederlo risulta difficile, visto che all’indomani del terremoto erano già presenti nel Bio Bio vari canali televisivi con tanto di attrezzature al seguito.
Le accuse dei mass-media sono indirizzate soprattutto all’Onemi (Ufficio Nazionale d’Emergenza del ministero degli Interni). Carmen Fernandez, soprannominata ”Lady di ferro”, a capo della protezione civile cilena, glissa le accuse. Alle decine di cronisti che le domandano «Perché tanto ritardo?», risponde laconica: «Abbiamo fatto il possibile». «Il Cile non ha una cultura da tsunami – aggiunge Fernandez riferendosi alla mancata allerta maremoto – In questo ambito non abbiamo l’esperienza necessaria».
Mentre a Concepción si sta cercando di riportare la calma, in alcune città isolate del Bio Bio regna ancora il caos. Lota, Coronel e Curanilahue. Qui i viveri non sono mai arrivati e i crimini sono all’ordine del giorno. Orde di gente con il volto coperto gira armata di spranghe per il centro di Lota distruggendo tutto. Schegge impazzite di una popolazione che l’esercito non riesce a tenere sotto controllo.
Da queste parti non c’è negozio che non sia stato svaligiato. «Portano via di tutto – dice un passante – in quel negozio Bata non è rimasta neanche una scarpa. Questa non è necessità, è furto». «La comunità – aggiunge l’uomo – ha fatto più danni del terremoto».
Intanto dopo il presidente brasiliano Lula, sbarca a Santiago anche il segretario di Stato Usa Hillary Clinton che si è riunito con Bachelet per pianificare l’invio di aiuti. Da sempre ”Paese amico” degli Stati uniti, il Cile, con l’avvento dell’era Obama si è trasformato nel vero e proprio ”pupillo” di Washington. Simpatia, ma soprattutto partnership commerciale che da sempre lega i due Paesi, hanno fatto impegnare la Clinton in una missione d’aiuto per la ricostruzione del Paese.
Aiuti stanno arrivando un po’ da tutte le parti del mondo. Anche il presidente Boliviano Evo Morales si è mosso annunciando che oltre all’invio di 60 tonnellate di aiuti umanitari, cederà il 50 per cento del suo stipendio.
Finanziamenti un po’ da tutto il mondo che solo in parte serviranno a ricostruire quella parte di Paese ormai cancellato. Come quella grande fetta di costa, scomparsa dopo il maremoto. Nelle zone di Los Gringos, Los Patos e Los Termopilas il panorama è desolante. Dove c’erano, alberghi, ristoranti e discoteche adesso solo macerie. L’odore di morte è presente ovunque lungo le spiagge dove fino a ieri ancora non erano stati rimossi i cadaveri. Ma con l’arrivo dei gruppi di soccorso, purtroppo, il bilancio aumenta. Altri corpi stanno emergendo dai detriti che il mare si è lasciato alle spalle.