Varie, 3 marzo 2010
DཿAURIA Lorenzo
D’AURIA Lorenzo Castelfranco Emilia (Modena) 9 ottobre 1974, Roma 3 ottobre 2007. Agente del Sismi, rapito dai talebani in Afghanistan, il 24 settembre 2007 fu ferito mentre era in corso il blitz per liberarlo. Morì dopo 10 giorni di coma • «[...] prima era entrato nella Folgore, poi nel 9º Reggimento d´assalto Col Moschin degli incursori. Da lì, nei Servizi. Da sottufficiale, era già stato impiegato in tutte le operazioni più importanti: Iraq, Kosovo e in Afghanistan. Poi il rapimento nella provincia di Farah, ad opera dei talebani. Il giorno seguente, il blitz militare italo-britannico, per liberare lui e il suo collega. Durante l’irruzione, un conflitto a fuoco: per Lorenzo due colpi, uno al collo, l’altro alla testa (quasi fatale). Infine, il ritorno in Italia, attaccato ad un respiratore. Già in coma irreversibile. [...]» (Giuseppe Caporale, ”la Repubblica” 30/9/2007) • Sposò in ”articulo mortis” Francesca Soraci, madre dei suoi tre figli: «[...] Una cerimonia struggente, silenziosa: al capezzale del paracadutista [...] in coma irreversibile e tenuto in vita solo dal respiratore artificiale, c’erano la sposa, la madre Angela, il cappellano. Fuori dalla porta della rianimazione però aspettavano tutti gli altri. Chi con le lacrime agli occhi, chi con i fiori. Annunziata, la sorella del sottufficiale. Medici, infermieri, militari ricoverati. Il collega di Lorenzo, l’unico a condividere con lui le ultime drammatiche ore in Afghanistan. Il sequestro, le torture, il blitz dei reparti speciali, la liberazione. [...] La cerimonia è durata pochi minuti. Un concentrato di commozione, che tuttavia al ”Celio” ha lasciato il segno. Eppure in questi reparti sono passate decine di soldati italiani feriti in missione, in Iraq, in Afghanistan e in altre parti del mondo. Molti sono tornati a casa, qualcuno non ce l’ha fatta. Un matrimonio in punto di morte, però, i più giovani non l’avevano ancora visto. Ci ha pensato il ministro della Difesa Arturo Parisi ad abbattere i tempi della burocrazia, anche per la convalida civile dell’unione. ”Il loro matrimonio è stato un grande atto di amore – sottolinea il padre di Lorenzo – mio figlio e Francesca avrebbero voluto sposarsi, ma le missioni all’estero e i pochi giorni di licenza l’avevano impedito. E poi era giusto così: adesso la compagna di Lorenzo potrà avere la pensione come vedova di un militare, per giunta caduto in servizio facendo il proprio dovere”. [...]» (Rinaldo Frignani, ”Corriere della Sera” 30/9/2007).