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 2010  marzo 03 Mercoledì calendario

BRUXELLES SDOGANA LE COLTURE OGM

Dopo oltre dieci anni di rinvii e veti incrociati la Commissione Ue ha rotto gli indugi sulle coltivazioni ogm con il via libera definitivo alla patata transgenica Amflora prodotta dalla Basf. Finora, nella Ue, è stato possibile coltivare solo il mais Bt della Monsanto la cui autorizzazione (decennale, e, dunque, scaduta) risale al 1998. Da allora un vento anti-ogm si alzato in tutta Europa e non è bastato riscrivere le regole nel 2001 per moltiplicare i campi. Un clima che ha via via allargato il divario tra l’Europa che conta solo 94.750 ettari ogm (gran parte dei quali in Spagna), al resto del mondo dove nel 2009 le superfici biotech sono arrivate a quota 134 milioni di ettari (+ 7% sul 2008). Rispetto al mais che è destinato alla filiera zootecnica per la produzione di mangimi, l’uso della patata Amflora sarà ristretto per lo più a fini industriali per la produzione di materie prime per tessuti, carta e colla. Gli scarti della lavorazione, tuttavia, potranno essere destinati ai mangimi animali.
Il commissario europeo alla Sanità, John Dalli, ha spiegato la nuova strategia Ue. Il primo passo è completare l’iter per autorizzare la coltivazione di altri quattro Ogm: il mais BT11 della Syngenta, il mais 1507 della Pioneer, nonché il mais Nk603 della Monsanto per la quale arriverà anche il rinnovo del mais Mon810. La seconda mossa sarà avviare prima dell’estate una nuova proposta sul futuro delle biotecnologie in Europa con l’obiettivo di lasciare agli stati membri la scelta di coltivarli o meno. Bruxelles, dunque, ha deciso di porre fine alla moratoria anche per evitare contenziosi in sede Wto con i Paesi produttori (Usa, Canada, Brasile e Argentina su tutti) lasciando moltiplicare però le polemiche e le divisioni tra favorevoli e contrari. Così da un lato ha ricordato che gli Stati membri che non vorranno coltivare sul proprio territorio la superpatata «potranno ricorrere al principio di precauzione». Ma nello stesso tempo Dalli ha fatto trapelare che le coltivazioni della «superpatata » partiranno già da quest’anno nella Repubblica Ceca e in Germania dove i contratti tra industria e produttori, richiestiin maniera esplicita dalla Commissione per evitare eventuali dispersioni, sono in via di definizione. Mentre dal 2011 dovrebbero estendersi anche in Olanda e Svezia, paese dove la Basf ha presentato il primo dossier.
E con il via libera ad Amflora, ieri è arrivato anche il disco verde della Ue all’importazione e alla trasformazione – però non alla coltivazione – di tre nuove varietà di mais che si aggiungono a una trentina di ogm già autorizzati (19 di mais, 6 di cotone, 3 di colza, 3 di soia, 1 di barbabietola, 1 di patata, 1 microrganismo).
Cosa farà ora l’Italia, già alle prese con due sentenze che impongono al ministero delle Politiche agricole di autorizzare le coltivazioni di mais transgenico? «La Commissione avrebbe fatto bene a non forzare i tempi senza il necessario approfondimento e sufficienti garanzie» afferma il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo. «Non permetteremo che la decisione europea – aggiunge il ministro delle Politiche agricole, Luca Zaia – metta in dubbio la sovranità degli stati in materia. Non consentiremo che un simile provvedimento comprometta la nostra agricoltura. Potremo anche proporre un referendum popolare anti-ogm». In piena sintonia la Coldiretti e le associazioni ambientaliste e dei consumatori. «Con la pericolosa fine della moratoria – sottolinea il presidente Coldiretti, Sergio Marini – Bruxelles ha annunciato anche la libertà di scelta ai singoli stati. Stando cosi le cose l’Europa autorizzi pure quello che vuole tanto in Italia continueremo a non coltivare ogm». Anche per la Cia «l’agricoltura italiana non ha bisogno di ogm».
Di parere diverso l’industria e una parte del mondo agricolo. « un deciso passo avanti dopo 12 anni di attesa, che hanno fortemente penalizzato la ricerca agrobiotecnologica europea » dice Roberto Gradnik, presidente di Assobiotec- Federchimica. «L’autorizzazione Ue – spiega il presidente Confagricoltura, Federico Vecchioni – apre possibilità nuove». E Silvano Della Libera,l’agricoltore friulano che ha vinto la battaglia pro-ogm di fronte al Consiglio di Stato ricorda che «non si può fermare l’innovazione».