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 2010  marzo 03 Mercoledì calendario

Novi Giovanni

• Genova 30 ottobre 1935. Ex broker marittimo. Ex presidente dell’Autorità Portuale di Genova (2004-2008, nominato su indicazione del presidente della giunta di centrodestra della Regione Liguria Sandro Biasotti, in accordo bipartisan con il centrosinistra). Il 4 febbraio 2008 fu arrestato (domiciliari) su richiesta dei pm Walter Cotugno e Enrico Zucca e del procuratore aggiunto Mario Morisani con l’accusa di aver turbato l’asta per l’aggiudicazione di una banchina chiamata Multipurpose in favore della Compagnia dei portuali e della Tirrenia. Gli fu contestata anche la concussione ai danni degli armatori Messina, suoi accusatori, e la truffa aggravata. Nel settembre 2010 (rito abbreviato) fu condannato a due mesi per turbativa d’asta e assolto per 12 dei 13 capi di imputazione (Cotugno aveva chiesto la condanna a 6 anni di reclusione e ad un anno di libertà vigilata) • «[...] Novi eredita un modello varato nel 1994 da una legge di riforma della portualità che scardina i precedenti assetti e affida il governo delle banchine a tre soggetti: l’autorità portuale, ente pubblico a cui tocca la programmazione, la regia e il controllo del territorio; i privati titolari delle concessioni e liberi di organizzarsi a loro piacere nell’organizzazione del lavoro; i portuali, a cui spetta la fornitura di manodopera e di servizi ai privati che ne fanno richiesta. La formula funziona e Genova rafforza la sua leadership, sino a sfiorare il suo record assoluto, sessanta milioni di tonnellate movimentate nel 2007. Poco meno del 1974, quando però gran parte di quei traffici erano petrolio. Ora è merce ricca che arriva e va in ogni angolo del mondo, un business ricchissimo per tanti, per l’Erario che ogni anno ricava da Genova due miliardi e mezzo di tasse sulla merce, e per i privati. L’authority sta in cima a tutto questo, decide a chi deve andare la concessione, chi non rispetta il piano industriale e quindi la deve perdere, chi può sperare di trovare uno spazio nel porto dei record. E quando una bella fetta di porto ritorna in gioco gli appetiti tornano a farsi sentire. Nel 2004, dopo la fine dell’esperienza privata dei portuali della Culmv (a cui la legge ha imposto di scegliere fra l’attività privata e la fornitura di manodopera e servizi), l’authority si ritrova fra le mani 250mila metri quadri di porto, un terminal strategico su cui è possibile movimentare sia contenitori che merce varia, appunto il Multipurpose. È qui che iniziano gli scontri. Giovanni Novi affronta la partita, mediando poco e facendo scelte che lo portano presto a perdere la sua vecchia sintonia con il mondo imprenditoriale. Rinuncia a quei collaboratori con cui era venuta meno il rapporto di fiducia (il segretario generale Sandro Carena) e si scontra con imprenditori e politici su argomenti delicatissimi, come il pagamento dei canoni demaniali. Così avviene fino a [...] una giornata in apparenza tranquilla. Riunione di prima mattina con i suoi collaboratori, qualche incontro in presidenza e una registrazione televisiva con l’annuncio degli appuntamenti settimanali, fra cui una riunione straordinaria del comitato portuale per fronteggiare l’emergenza del terminal container di Genova-Voltri, le cui attività in export sono bloccate da giorni per problemi al nuovo sistema informatico. Poi, all’improvviso, alle due e mezza, si alza l´onda che lo travolge e lo costringe a non ripresentarsi più in ufficio. Impossibile pensare a un epilogo peggiore per la carriera pubblica di questo manager per dieci anni presidente dello Yacht Club Italiano. [...]» (Massimo Minella, “la Repubblica” 5/2/2008) • La moglie Nucci morì di crepacuore dieci giorni dopo l’arresto: «[...] “Nostra madre— scrivono i quattro figli — se pur malata da sei anni, era attiva. Il giorno dell’arresto di papà era a pranzo con lui e con amici di passaggio a Genova. Quella sera ha pianto, alla mattina è svenuta, il pomeriggio è stata colta da febbre altissima... non si è più ripresa [...]”. I fratelli si schierano con il padre “persona capace, onesta e corretta”. Lamentano la pubblicazione di intercettazioni mentre “nulla si è saputo delle accuse che lui aveva rivolto all’autorità giudiziaria su gravi illeciti commessi da altri [...] Ci chiediamo — concludono — che giustizia sia mai questa”. La lettera è arrivata in Procura [...] Il procuratore capo Francesco Lalla aveva espresso parere contrario all’arresto di Novi “perché ultrasettantenne, incensurato, accusato di reati non a scopo di lucro e con una carica a fine mandato”» (Erika Dellacasa, “Corriere della Sera” 16/2/2008).