Frammenti vari, 3 marzo 2010
Tags : Gian Luigi Beccaria
FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "BECCARIA, GIAN
LUIGI"
In Val Leventina, nel Ticino – racconta Gian Luigi Beccaria nel suo ultimo libro Tra le pieghe delle parole (Einaudi) – la mucca sterile si chiama böira, quella che partorisce a due anni muiata o carena, quella di poco valore marnegia e quella brutta manigia, quella dalle gambe corte quateda, seleda quella dalla schiena concava e tireda quella con la schiena diritta, mülegna quella dal posteriore spiovente (Claudio Magris, Corriere della Sera 25/10/2007)
Beccaria è favorevole al punto e virgola: «Ritmicamente, stilisticamente, logicamente svolge una funzione importante. Perché la scrittura, almeno quella di un certo livello, non è fatta solo di parole ma è in qualche modo assimilabile a un testo in senso lato musicale». A Beccaria viene chiesto in quale direzione vada la nostra lingua. «Purtroppo sta prevalendo il linguaggio tecnico e burocratico, mentre si perdono locuzioni che provengono tanto dalla cultura alta che da quella contadina: i miei studenti non sanno cosa voglia dire né "spada di Damocle", né "menare il can per l´aia"» (La Repubblica 9 marzo 2008, GIANNI MURA)