RODOLFO SALA, la Repubblica 2/3/2010, 2 marzo 2010
IL GOVERNATORE FURIBONDO CON I SUOI "VINCER LO STESSO ANCHE SE SONO DILETTANTI" - MILANO
La tegola cade sul capo di Roberto Formigoni alle 14,55. Sotto forma di un lancio di agenzia: la Corte d´Appello non ha ammesso il listino del governatore. Lui non ne sa niente (mentre il suo competitor Penati è già informato), e basta questo a mandare su tutte le furie il Celeste, come lo chiamo i sodali ciellini. Scenata con i più stretti collaboratori, lassù al trentesimo piano del Pirellone, la campagna elettorale può e deve essere sospesa - almeno lo spazio di un pomeriggio - per affrontare il problema e prendere le contromosse. Nel suo ufficio Formigoni riunisce i fedelissimi, ma anche uno stuolo di avvocati della Regione. Vertice convulso, a tratti nervoso. Riecheggia, soprattutto nell´entourage, qualche lamento nei confronti dei «dilettanti» di stanza nel Pdl che con questo listino devono aver parecchio pasticciato. Ma la linea a cui attenersi esclude recriminazioni e polemiche fratricide, che comprometterebbero ancora di più l´esito del voto, sempre ammesso che tutto possa risolversi con il ricorso che verrà presentato oggi. Dal Pdl, mica dal governatore: perché, appunto, il guaio è tutta farina del sacco di partito.
Tre ore di conclave, e alle 18.30 Formigoni si presenta al Pirellone per una conferenza stampa: «Non ci sono problemi tutte le firme presentate sono valide, e comunque ci sono sentenze del Consiglio di Stato che non considerano fondamentali alcuni orpelli, come l´autentica da parte di in consigliere comunale priva del bollo del Comune». Poi le "erre" si fanno ancora più arrotate: «Faccio una scommessa, vincerò io le elezioni e le opposizioni dovranno ingoiare tutti gli insulti che hanno lanciato». C´è un problemino. I leghisti - ovviamente come Formigoni interessati alle sorti del listino, che contiene i nomi di sei dei loro - si esercitano nell´arte dello sfottò nei confronti degli alleati: «Questi sono degli incapaci». Il segretario lombardo, Giancarlo Giorgetti, si permette di vestire i panni del risolutore di problemi: «L´efficientissimo ufficio legale della Lega ha scovato una sentenza del Consiglio di Stato che risolve le contestazioni della Corte d´Appello». Se ancora non fosse chiaro, ecco il titolone della Padania oggi in edicola: «La Lega salva Formigoni». Ci si mette anche Bossi, che da Roma detta una dichiarazione un po´ ostica. Parte dal Lazio, il Senatùr: «Io lì non ci sono, è la destra che ha sbagliato; quando ci sono le nostre liste prendiamo un sacco di voti». Ma il capo del Carroccio non fa sconti neppure ai lombardi: «Ma come si fa a sbagliare a presentare le liste alle regionali?». Formigoni sorvola, dice che Bossi «parla solo del Lazio».
Giornata difficile per il governatore. Di sicuro la più lunga, da quando è stato re-incoronato da Berlusconi. Sveglia alle 7, caffè e giornali, colazione leggerissima per via della dieta che in un paio di mesi gli ha fatto perdere 18 chili. Poi due appuntamenti elettorali. Sorridente e rilassato, ostenta sicurezza, nel suo completo grigio scuro che gli va un po´ largo. Dal tribunale non è filtrata ancora alcuna notizia: «Mi spiacerebbe - dice in Fiera - l´esclusione del Pdl e di un´altra lista dalla gara nel Lazio, dopodiché se qualcuno ha sbagliato, e dico se, l´errore è gravissimo». In serata il bagno di folla al Palalido, organizza la «sua» Compagnia delle Opere. Almeno lì non scorrono veleni.