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 2010  marzo 01 Lunedì calendario

FOCARELLI, «SOMARO» DI GENIO CHE IDEO’ IL GIRO DI VALZER DEI FONDI

la mente, ma anche il «puzzone». Il mago della finanza, ma anche il «somaro». L’interlocutore unico dei manager Fastweb e Telecom Sparkle, ma anche «er quadrupede» che quando fa uno sgarro a Gennaro Mokbel viene gonfiato di botte. Per questo Carlo Focarelli è la chiave di volta dell’indagine sulla «truffa colossale» di cui è ideatore. Una sua parola potrebbe segnare il destino giudiziario di top manager e faccendieri.
Cinquantatre anni, di Castel Viscardo, in provincia di Terni, Carlo Focarelli ha dato del bel filo da torcere agli investigatori del nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia e del Ros dei carabinieri. Dietro quel look un po’ stazzonato, che faceva storcere il naso agli altri tipini del gruppo, procurandogli quei nomignoli irriverenti, cela una capacità non indifferente di ideare business «disinvolto». Quello da lui ideato questa volta era una novità assoluta. Far perdere le tracce dell’Iva che le società «cartiere» avrebbero dovuto versare allo Stato, attraverso un doppio giro di valzer di decine di società estere, disseminate grazie all’ausilio di parenti e prestanomi dalla Russia a Hong Kong. Accantonare fondi neri e soldi veri: giacché le somme non pagate allo Stato venivano, via via, stornate. Ma per evitare di essere pizzicati venivano trasferite all’estero, fatte girare per diversi paradisi finanziari e una parte veniva fatta tornare anche in Svizzera e a San Marino, dove veniva prelevata in contanti e portata in Italia. L’altra parte era reinvestita. Con bonifici bancari venivano acquistati diamanti. Portati, in apposite pancere, in Italia e venduti attraverso una o più gioiellerie riconducibili al gruppo. Oppure reinvestiti in arte. Lo stesso «puzzone» Focarelli, secondo imagistrati, aveva una galleria attraverso un prestanome, Massimo Micucci.
La truffa vera e propria era così strutturata. Secondo il gip Fastweb e Telecom Sparkle traportavano traffico telefonico per conto della società inglese Acumen alle due società I-Globe e Planetarium. Queste ultime acquistavano diritti di autore da altre due società italiane Telefox International e Global Phone Network, che, a loro volta, le avevano comprate da Coriano Capital sa, società panamense. L’Iva anticipata da Telecom Sparkle e Fastweb (che in contemporanea ai pagamenti iscrivevano a bilancio il credito che lo Stato avrebbe rimborsato o sarebbe stato compensato dalle società stesse con altri tributi) transitava prima su I-Globe e Planetarium. Quindi, con un giro di fatturazioni, a Telefox International e Global Phone Network che invece di versarla allo Stato la trasferivano ad altre due società panamensi: la Broker Management e la Karelia Business Group, sempre panamensi. A quel punto dei 370 milioni di Iva 95 tornavano a Fastweb e Telecom Sparkle sotto forma di margine di operazione. La differenza era disposizione dei membri dell’associazione per essere riutilizzata o spartita. I vertici delle società sostengono di non esserne al corrente. Focarelli sa chi sapeva. Ma per ora non parla.
Virginia Piccolillo