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 2010  marzo 01 Lunedì calendario

DAL RACCONTO DI VON KLEIST ALLA ALLENDE. QUELLA TERRA (CHE TREMA) NARRATA DALL’ARTE

Le catastrofi naturali scatenano il meglio e il peggio dell’animo umano. Lo sa bene la letteratura. Dopo Daniel Defoe, che nelle sue Avventure di Robinson Crusoe raccontò il terremoto dell’arcipelago Juan Fernandez («un enorme frammento si stacca dalla cima di una roccia situata vicino al mare e precipita con un fragore che mai nella vita ho riudito...»), toccherà a uno scrittore tedesco narrare il cataclisma avvenuto nel 1647 nelle stesse terre. a Santiago, capitale del regno, che Heinrich von Kleist (1777-1811) ambienta Terremoto in Cile: una crudelissima favola romantica dalle tinte noir in cui vengono rappresentati tutto il Bene e tutto il Male dell’umanità. Al centro della scena, il giovane precettore Jerònimo e la nobile Joséfe. Venuto a conoscenza dell’amore segreto tra i due, il padre della ragazza la fa rinchiudere in un monastero, dove viene raggiunta dall’amante rimanendone incinta in una notte nel giardino del convento. Quando lo scandalo, dopo il parto, viene alla luce, Joséfe finisce in prigione, condannata a essere decapitata. Proprio mentre lo spettacolo dell’esecuzione sta per realizzarsi davanti a un’enorme folla di concittadini e Jerònimo decide di impiccarsi nella cella in cui è stato a sua volta rinchiuso, la città viene inghiottita dal cataclisma. Scampati per miracolo al disastro, i due amanti, tra le macerie, il terrore generale e i cumuli di cadaveri si mettono alla ricerca l’uno dell’altra. Si troveranno con altri sopravvissuti in un’altura, dove Jerònimo potrà abbracciare anche il neonato, messo coraggiosamente in salvo dalla madre. Sembra che le cose volgano al meglio, tra la solidarietà diffusa, le lacrime di felicità, la natura che pare finalmente acquietarsi. Invece tutto precipita in un nuovo abisso: i due giovani seguono la folla per andare a ringraziare Iddio per averli risparmiati, ma in chiesa verranno riconosciuti dai fedeli inferociti che attribuiscono loro la colpa dell’ira divina. Solo Fernando, un amico della coppia, cercherà di salvarla dalla furia collettiva, combattendo come un leone con il suo bambino tra le braccia. Ma non ci sarà nulla da fare: Jerònimo e la «sgualdrina di convento» Joséfe saranno schiacciati dalla «masnada satanica» e con loro Juan, il figlio di Fernando. Sarà quest’ultimo, con la giovane sposa, a prendersi cura del piccolo Filippo, il frutto della «colpa» che aveva scatenato tanta irrazionale violenza. Al destino crudele si aggiungono le responsabilità insane degli uomini.
Passeranno quasi due secoli e un altro terremoto cileno troverà spazio nelle pagine de La casa degli spiriti, la famosa saga familiare magico-realistica di Isabel Allende, cugina di Salvador Allende, il presidente morto nel golpe del ”73. la preveggente nonna Clara (Meryl Streep nel film di Bill August) a rivelare i primi segni della catastrofe imminente: «La terra sta per tremare! (...) Ci saranno diecimila morti». Infatti. «Le tegole del tetto si staccarono e le piovvero intorno con un fracasso assordante. Vide le pareti in muratura della casa schiantarsi come se fossero state scolpite da un colpo d’ascia, la terra si aprì, così come aveva visto nei sogni e un’enorme crepa cominciò a spalancarsi davanti a lei». Non solo la terra si era mossa fino a ridurre tutto in macerie, ma «anche il mare si era ritirato per varie miglia ed era tornato in un’unica gigantesca onda che aveva scagliato le navi sulle colline». Sotterrati i loro morti, gli uomini e le donne ricostruirono le casette di mattoni esattamente com’erano prima. Probabilmente erano le stesse che sono state spazzate via nei giorni scorsi.
Paolo Di Stefano