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 2010  marzo 01 Lunedì calendario

Castagna Carlo

• Erba (Como) 21 aprile 1944. Padre di Raffaella Castagna, nonno di Youssef, marito di Paola Galli, assassinati insieme alla vicina Valeria Cherubini l’11 dicembre 2006 a Erba (vedi BAZZI Rosa, ROMANO Olindo, MARZOUK Azouz) • «[...] ”Paola, mia moglie, tardava a rincasare. Verso le 21.30 ho iniziato a preoccuparmi, e mi sono rivolto alle foto dei miei cari defunti appese sul muro dell’ingresso di casa: ”datemi una mano a capire quello succede’...”. Poi infilò un giaccone, salì in auto, cinque minuti per arrivare sotto casa della figlia Raffaella, il maresciallo che gli chiese notizie di Azouz (’ in Tunisia, sono sicuro”) e il brigadiere che a occhi bassi lo informò che lassù c’erano quattro morti: ”Ho cominciato ad avere difficoltà di parola, le gambe non mi reggevano, sentivo un freddo terribile”. Fu in quel momento, sballottato fra il silenzio interiore e l’andirivieni assordante di ambulanze e camion dei pompieri, che Carlo Castagna vide qualcosa: ”Una macchia color salmone in un mare di giacche a vento scure. Era il maglione di Olindo. C’era Rosa con lui. Abbiamo incrociato gli sguardi per un secondo e mezzo, i loro erano sereni come se volessero dirmi ”è capitato proprio a lei’...”. Poi, due notti dopo, il golf salmone e lo sguardo sereno di Olindo gli tornarono in mente, il sospetto iniziò a insinuarsi: ”’Ma no Carlo, cosa stai a immaginare’ mi dissi”. Del resto era inimmaginabile che quella carneficina abominevole fosse frutto di un sentimento così banale e così meschino come ”il rancore fra i vicini di casa” [...] ”Abbiamo vissuto con la spada di damocle del rumore. Olindo e Rosa mi svegliavano anche di notte per dire che non prendevano sonno perché mia figlia faceva troppo rumore. Io la chiamavo, e la trovavo che stava dormendo. Ma loro non ne volevano sapere: gli insulti erano il loro sport preferito, perfino al piccolo Youssef che andava loro incontro sorridendo davano del figlio di p. [...]”» (Renato Pezzini, ”Il Messaggero” 23/2/2008) • «[...] Da quella notte [...] che gli ha portato via moglie, figlia e nipote [...] ha fatto i conti nella sua carne con il dolore. Ha imparato a scoprirne il significato, ha trovato nella fede l’energia per guardarlo in faccia, per non cedere alla disperazione. E per affrontare la vita con uno sguardo positivo. [...] Molti sono colpiti dalla forza d’animo che ha dimostrato in circostanze così dolorose. [...] c’è chi ha trovato ’sovra-umano’ il suo comportamento. [...] ”Se penso a quella notte tremenda e ai giorni seguenti, io stesso sono stupito. In quei momenti c’era da impazzire. Conoscendomi, mai avrei pensato di riuscire ad affrontare quello strazio, e invece è arrivata una inattesa serenità. Dio vuole il nostro bene, anche se le strade della sua realizzazione sono talvolta molto dolorose. Mi è stato vicino, illuminando il mio cammino quotidiano. Certamente mia moglie Paola ha continuato ad aiutarmi dal cielo. E certamente ha contato molto l’educazione ricevuta [...] Durante il processo è stata dura. In alcune sedute mi sono trovato davanti [...] alle risate, alle provocazioni. Ma se ci penso a mente fredda, continuo a ritenere che gli assassini sono vittime. Vittime del male, che si è impadronito della loro mente e del loro cuore. Credo che finché camperanno, il rimorso li roderà. [...]”» (Giorgio Paolucci, ”Avvenire” 12/4/2009).