Il Corriere della Sera, 1 marzo 2010
MOKBEL E VIA GRADOLI
(riassunto)
La sorella di Gennaro Mokbel, arrestato nei giorni scorsi per l’inchiesta su frode fiscale e riciclaggio, abitava in via Gradoli. La strada romana è un epicentro di storie oscure tra Prima e Seconda Repubblica. Storie recenti di trans frequentati dall’ex governatore del Lazio Piero Marrazzo (con relativo strascico di morti), storie più lontane di grandi misteri come il covo utilizzato da Mario Moretti durante il sequestro di Aldo Moro. Lucia Mokbel ha vissuto in Via Gradoli col convivente Gianni Diana, impiegato da un commercialista amministratore di immobili in cui figuravano anche società in mano ai servizi segreti. Gli stessi servizi segreti che avevano in via Gradoli appartamenti intestati a società di copertura. L’appartamento della Mokbel era di fronte a quello delle Brigate Rosse, dove vivevano Moretti e Barbara Balzerani, e che fu scoperto per una «strana» infiltrazione d’acqua. La donna ebbe un ruolo non marginale nella vicenda: al primo processo Moro raccontò infatti la storia di un bigliettino, poi sparito, in cui diceva di aver sentito alle tre di notte il ticchettio di una trasmissione in Morse che proveniva dall’appartamento delle Br. Biglietto che fu consegnato agli agenti di polizia che il 18 marzo erano andati a bussare a parecchie porte del condominio e che era indirizzato al commissario Elio Cioppa, che poi risultò iscritto alla P2.
(Paolo Brogi, Corriere della Sera, 1/3/2010)