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 2010  marzo 01 Lunedì calendario

LE «MONETE DI PLASTICA» SFIORANO QUOTA 64 MILIONI

Un passo in avanti. Nel 2009 è cresciuto il numero di italiani che hanno utilizzato almeno una volta la moneta elettronica. Lo rivelano le stime di Banca d’Italia, elaborate in esclusiva per Il Sole 24 Ore. In dettaglio, le carte di credito attive sono aumentate del 5% rispetto al 2008 raggiungendo quota 16,9 milioni. Passo in avanti anche per le carte di debito abilitate per i pagamenti con i terminali elettronici Pos (Point of sale), meglio note come bancomat, passate a quota 38 milioni (+3%). La crescita più consistente ha riguardato le prepagate, che hanno superato i 9 milioni (+10% annuo). La conferma arriva anche dai singoli operatori. Tra i circuiti, Visa Europe fa sapere che la diffusione delle carte Visa in Italia nel 2009 è cresciuta del 5,1% per un totale di 25,9 milioni. Il circuito MasterCard, che per le operazioni di debito opera con il brand Maestro, dichiara un totale di 41 milioni di carte al primo semestre 2009. CartaSì è a quota 7 milioni, mentre le carte Diners Club sono 300mila, ma l’intenzione - confermata da Antonio Calegari, direttore marketing e vendite di Diners Club Italia – è di«perseguire un ambiziosopiano di crescita dopo l’acquisizione nel 2008 di Diners Club Italia da parte della holding finanziaria indipendente Findale Enterprise».
Tuttavia, la distanza tra carte in circolazione e carte attive è ancora ampia. Le nuove stime di Banca d’Italia indicano che il 28% delle carte emesse dagli istituti finanziari non è stato mai utilizzato. Percentuale che sale al 59% se si limita il calcolo alle sole carte di credito. In sostanza, c’è ancora molta gente che, in fila al casello autostradale o nei negozi, preferisce pagare in contanti pur avendo in tasca una carta elettronica che velocizzerebbe l’operazione. E farebbe pure risparmiare.
Secondo Alessandro Zollo, responsabile dei sistemi di pagamento retail dell’Abi, la gestione del denaro contante costa circa 10 miliardi di euro l’anno al sistema paese. «Non è un problema di offerta, né di infrastrutture tecnologiche - spiega - . Basti pensare alle tecnologie per i micropagamenti
contactless, come l’Rfid e il microchip, e per i trasferimenti di denario via cellulare, che sono già disponibili da tempo. un problema culturale. C’è ancora una sorta di diffidenza degli italiani a pagare con la moneta elettronica. Da questo punto di vista mi auguro che la nuova direttiva sui sistemi di pagamento (da oggi operativa in Italia, ndr ) e le sperimentazioni in corso per diffondere i micropagamenti con tecnologie
contactless potrebbero aiutarci a colmare il gap con la media europea. Anche se, temo, ci vorrà ancora del tempo».