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 2010  marzo 01 Lunedì calendario

In Sicilia la torre sottomarina ipertecnologica progetto da 200 milioni per studiare la Terra - In fondo al mare, ad una profondità di 2000 metri c’è una torre alta il doppio della Tour Eiffel

In Sicilia la torre sottomarina ipertecnologica progetto da 200 milioni per studiare la Terra - In fondo al mare, ad una profondità di 2000 metri c’è una torre alta il doppio della Tour Eiffel. Sembra l’incipit di una favola, invece è una parte di un progetto scientifico costato quattro anni di studio e lavoro e 14 milioni di euro (per la sola torre, mentre l’intera iniziativa vale 200 milioni). L’installazione della torre sottomarina, 80 chilometri al largo di Capo Passero, rappresenta la fase 2 del progetto Nemo, portato avanti dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare: un osservatorio sottomarino a cui si sono dedicati 80 ricercatori italiani dislocati presso nove sedi dell’Infn e ad alcune delle principali università del nostro paese, con lo scopo di rilevare informazioni utili mediante lo studio dei "neutrini", cioè delle particelle che provengono da zone remote dell’Universo, attraversano la Terra e si possono monitorare mentre continuano il loro viaggio nei fondali marini. La postazione è strategica per l’osservazione dei neutrini provenienti dall’emisfero Sud, agevolata dalla trasparenza delle acque e l’assenza di bioluminescenza. Il 14 febbraio con un’operazione durata 10 ore, la nave Certamen ha calato in mare Nemo 2, la torre scientifica alta 600 metri, tenuta in posizione verticale grazie ad una boa di superficie. Sulla torre si trovano 80 sensori che hanno il compito di fotografare i lampi prodotti nei processi di interazione tra l’acqua ed i neutrini ad alta energia. Queste particelle raggiungono la Terra interagendo poco con la materia e non subiscono, spiegano i tecnici, le deflessioni causate dai campi magnetici a causa della propria neutralità. All’impatto con l’acqua i neutrini generano altre particelle, i muoni, e tale processo comporta dei piccoli lampi luminosi. I sensori posizionati su Nemo 2 sono in grado di fotografare questi istanti di luce, contribuendo alla ricerca sulle particelle cosmiche definite "messaggeri penetranti dell’universo violento": una pioggia che bersaglia continuamente la Terra con energie milioni volte più elevate di quelle dell’acceleratore più potente al mondo (Lhc), e sono la chiave per svelare il mistero dell’origine dei raggi cosmici. Il progetto si vale dei finanziamenti dell’Infn, del ministero della Ricerca e della Regione Sicilia. il primo passo verso un obiettivo più ambizioso per la cui realizzazione saranno investiti come si diceva 200 milioni: Km3, una centrale telescopica sottomarina di un chilometro cubo con 100 torri. Quattro anni fa i prototipi su scala ridotta dei componenti del telescopio sono stati installati nella stazione di test dei Laboratori del Sud dell’Infn, 20 km al largo di Catania. In questi anni sono proseguiti gli studi sull’architettura generale, i sistemi di posa e installazione a grandi profondità, i sistemi di trasmissione dati a banda larga dal fondo del mare alla stazione di terra (è già in funzione un cavo elettroottico di 100 Km). Il progetto coinvolge 250 ricercatori di 21 istituti in Francia, Cipro, Grecia, Germania, Gran Bretagna, Olanda, Irlanda, Italia, Spagna, Romania. La Ue ha cofinanziato sia la fase di progettazione mettendo a disposizione 9 milioni di euro che la preparazione dei progetti esecutivi e dei piani di produzione industriale, nonché la definizione delle strutture organizzative del consorzio che costruirà e gestirà l’infrastruttura di ricerca (5 milioni). Il telescopio ci informerà su sorgenti di energia lontanissime, galassie e quasar. Sarà possibile installare negli abissi (fino a 3500 metri) stazioni per l’early warning di tsunami e terremoti. Un sistema di rilevamento acustico monitorerà il comportamento dei mammiferi marini e saranno acquisiti i parametri oceanografici (temperatura, salinità, correnti) per valutare la qualità dell’ecosistema marino.