Varie, 1 marzo 2010
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ZHANG SIZHI Zhengzhou (Cina) 12 novembre 1927. Avvocato • «L’avvocato delle cause perse [...] Perde sempre, perde con tutti
ZHANG SIZHI Zhengzhou (Cina) 12 novembre 1927. Avvocato • «L’avvocato delle cause perse [...] Perde sempre, perde con tutti. Ha difeso Jiang Qing, la vedova di Mao Zedong, e l’ha vista condannare. Ha difeso dirigenti coinvolti nelle proteste della Tienanmen, invano. Ha difeso dissidenti, senza fortuna. Ha provato a difendere anche dei monaci tibetani, e non ci è riuscito. Ma [...] va avanti, è il decano e la ”coscienza” degli avvocati cinesi. A Pechino ma anche a Taiwan studiano sui suoi libri, ed è riuscito a evitarsi il destino di molti suoi colleghi. Che per difendere personaggi che il potere giudica pericolosi hanno finito col condividerne la caduta, venendo a loro volta arrestati e condannati. Non è il caso di Zhang. I campi di lavoro maoisti lui li ha conosciuti fra il ”57 e il ”72, l’epoca della campagna antidestra. Aveva cominciato a studiare legge nel ”47. Esperienza nei tribunali di una Pechino appena liberata, poi nel ”56 l’avvocatura. La Rivoluzione Culturale non era ancora esaurita quando venne liberato dal laogai dov’era stato rinchiuso. Lo misero a insegnare, ed era già qualcosa. Con le riforme di Deng Xiaoping poté tornare a esercitare la professione. Era il 1979. Zhang di solito non parla. Anzi, ha fatto del distacco dai media uno dei suoi tratti caratteristici. Prudenza. ”Non parlando con i giornalisti mi risparmio il sospetto che io possa rivelare dei ”segreti di Stato’”. [...] La varietà dei suoi assistiti sembra segnalare la fede di Zhang nella legittimità della difesa. Come prima cliente gli venne assegnata d’ufficio Jiang Qing, vedova di Mao e anima della Banda dei Quattro. Le accuse erano di tradimento, attività controrivoluzionarie, sovversione. Gli dissero di non citare mai Mao in aula. Lui si attenne all’ordine, anche se Jiang non perdeva l’occasione di farlo, definendosi ”il cane di Mao”, che mordeva a comando. Zhang perse, ma la condanna a morte per la donna venne commutata in ergastolo. Non fu in grado di risparmiare il carcere a Bao Tong, aiuto di Zhao Ziyang, il segretario del Pcc purgato per la Tienanmen. Quando toccò al dissidente Wei Jingsheng, nel dicembre 1995, a Zhao vennero date le carte 24 ore prima del processo: 1.900 pagine. ”Lavorammo per 50 ore” in una stanza che ”non aveva riscaldamento, gelida”. Wei fu condannato, ma poté raggiungere gli Usa. Protetto dal nome e dall’età, Zhang è stato tra i 300 firmatari di Charta 08, il documento la cui stesura è costata una condanna a 11 anni a Liu Xiaobo, considerato uno dei dissidenti più autorevoli. Zhang era poi tra i 160 che hanno chiesto di essere puniti con lui. E anche tra i 20 accademici e anziani membri del Partito ad aver scritto una lettera aperta contro la condanna di Liu per aver ”incitato alla sovversione”. [...]» (Marco Del Corona, ”Corriere della Sera” 1/3/2010).