28 febbraio 2010
Stefania Moranda, 47 anni. Di Brescia, imprenditrice tessile con un piccolo laboratorio a due passi da casa e una sola dipendente, madre di due figlie, Claudia e Jessica, si stava separando dal marito Stefano Brangi, magazziniere in Svizzera, 50 anni
Stefania Moranda, 47 anni. Di Brescia, imprenditrice tessile con un piccolo laboratorio a due passi da casa e una sola dipendente, madre di due figlie, Claudia e Jessica, si stava separando dal marito Stefano Brangi, magazziniere in Svizzera, 50 anni. I coniugi, entrambi depressi, da due mesi non vivevano più assieme ma l’uomo, che l’idea del divorzio proprio non la sopportava, qualche sera fa disse alla moglie che non si sentiva bene e la pregò di dormire con lui. Poi la mattina dopo, forse durante una lite, prese un coltello da cucina, le infilò la lama dieci volte nel ventre e nel collo, uscì di casa, vagò a lungo in auto, poi tornò vicino alla sua abitazione e prese a urlare «mia moglie si sente male». Un vicino corse in casa, vide la donna sul letto in una pozza di sangue, le viscere che le uscivano dalla pancia, e non fece in tempo a fermare il Brangi che davanti ai suoi occhi mandò giù un intero flacone di barbiturci. Ricoverato in coma in ospedale l’uomo, al suo risveglio, disse al magistrato «non ricordo nulla». Verso le 7 di mattina di sabato 28 febbraio in una casa a Santicolo di Corteno Golgi, 400 anime in alta Valcamonica (Brescia).