ANTONELLO CAPORALE, la Repubblica 27/2/2010, 27 febbraio 2010
NON FUGGO, PAGHER LE MIE COLPE MA NON SONO UN MOSTRO, IL MALE ASSOLUTO" - ROMA
Sono le 19,20 quando il telefono squilla.
«Sono il senatore Nicola Di Girolamo. Vorrei avere la possibilità di far capire all´Italia che non sono un mostro, il male assoluto».
Scusi la premessa, ma sa: lei adesso da dove sta chiamando?
«Ho già capito. Guardi: io non fuggo, non ho alcuna intenzione di sottrarmi alle mie responsabilità, alle domande e ai provvedimenti dell´autorità giudiziaria».
Contesterà una persecuzione ai suoi danni o ha intenzione di collaborare con i magistrati?
«Ho le mie colpe, i miei peccati e avverto un dovere assoluto: devo riscattare l´onore perduto davanti ai miei due figli, a mia moglie».
Lo farà tentando di godere dell´immunità parlamentare?
«Penso che debba riscattare in modo totale il mio onore».
Ricordi che, a proposito di onore, lei ha macchiato anche quello del Parlamento.
«Non sono un mafioso. Mi deve credere, mi dovete credere!».
"Abbiamo un grande futuro", ha detto al boss della ”ndrangheta Franco Puglisi.
«Capisco che viste così le mie responsabilità sono enormi. Però avrò modo di spiegare, di illustrare, di documentare e far ricredere».
Scusi, ma lei ha piena consapevolezza di quale fosse la natura delle sue frequentazioni? Sembra dissociare i suoi comportamenti da sé stesso.
«Ho responsabilità ma ho fiducia che presto o tardi la logica conduca chi mi deve giudicare a ridurre il peso delle accuse. Quest´ombra che adesso appare totale, nerissima si schiarirà. Non sempre è detto che basta mettere in fila le cose cattive per trasformare una persona magari ingenua in un malavitoso incallito».
Ingenua? Le sue compagnie non solo erano sgradevoli ma assolutamente pericolose. I voti comprati, le urla di dominio che Mockbel mostrava sul suo stesso corpo, senatore. E quell´incredibile timore reverenziale, da agnellino.
«Parlerò con i giudici e spiegherò per filo e per segno. Lei fa presto ad incolparmi. Chi non sa accusa con la mano leggera tanto il fango non lo sporca. La stampa mi ha descritto come un diavolo assoluto, il peggiore italiano in circolazione. Tre giorni di martirio... in tre giorni è finita la mia vita».
Deve solo a lei i suoi guai.
«I miei guai nascono con la politica».
La voglia del potere, la necessità di raggiungerlo a qualunque costo.
«Più che del potere ero innamorato della politica».
Si è aggrappato a qualunque braccio. Eppure adesso la realtà le ricorda quel che non ha voluto vedere: questo sembra il suo ultimo week end da senatore in carica.
«Le dimissioni anticipate, forse lunedì, sono una delle ipotesi cui penso. Non la sola. Devo riflettere e valutare bene, naturalmente nella prospettiva di piena collaborazione».
Se si dimettesse almeno si sottrarrebbe al giudizio dell´Aula che prevedibilmente sarà impietoso. Questa volta non la salvano.
«Hanno preso me, il più debole, il più innocuo, l´ultimo dell´ultima fila».
Le sue responsabilità penali e politiche sono però di prim´ordine.
«Non fuggo e non le disconosco. E le dico di più: ai giudici prometto il massimo della collaborazione, risponderò ad ogni sollecitazione. Hanno lavorato bene».
Se lo dice lei! Senatore, è pronto a un lungo periodo di privazione della libertà?
«Sono pronto. Adesso la mia urgenza è di salvaguardare in modo totale la mia famiglia, i miei figli che non hanno colpa alcuna. Vorrei chiedere ai suoi colleghi di avere pietà, rispetto. Sono ragazzi giovani e hanno diritto a non essere pressati. Siate comprensivi almeno con loro, con la mia famiglia».
La sua richiesta è comprensibile e ha motivo per avanzarla.
«Grazie».
Ha visto come i soldi a volte rovinano la vita?
«Io ora ho azzerato la mia vita, l´ho conclusa, resettata. Ho perso tutto, tranne gli affetti. La politica mi ha distrutto!».
Nessuno sembra ricordarsi più di lei.
«Invece alcune note di solidarietà umana mi sono giunte da diversi colleghi».
stato sequestrato ogni suo bene. La barca, a cui teneva tanto, le case, persino lo stipendio.
«Ho i miei figli a cui badare, a cui mostrare il volto di chi sa riscattarsi».
cattolico?
«Si».
Ha dunque intenzione di chiedere perdono e vederselo accordato.
«Pagherò le mie colpe. Agli italiani dico che l´avvocato Nicola Di Girolamo non è quello conosciuto in queste ore».
Le piace leggere?
«Moltissimo. Specialmente saggi».
Avrà modo di approfondire.
«Lo so».
E di riflettere soprattutto.
«Questo è un breve colloquio telefonico e la mia condizione non è ottimale. Avrei piacere di discutere più approfonditamente il tema delle responsabilità, vorrei riflettere insieme a lei».
Beh, direi che lei prima dovrebbe approfondire e bene con i giudici.
«Questo sì, ha ragione».