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 2010  febbraio 26 Venerdì calendario

Dibattiti Il poeta Grünbein scrive un articolo in difesa del romanzo-fotocopia. Poi rivela: l’ ho copiato da Gottfried Benn Il plagio è un’ arte: la Germania celebra il «remix» BERLINO - La teoria che da un paio di settimane avanza con passo sicuro in una parte del dibattito culturale tedesco si chiama «Remix Letterario»

Dibattiti Il poeta Grünbein scrive un articolo in difesa del romanzo-fotocopia. Poi rivela: l’ ho copiato da Gottfried Benn Il plagio è un’ arte: la Germania celebra il «remix» BERLINO - La teoria che da un paio di settimane avanza con passo sicuro in una parte del dibattito culturale tedesco si chiama «Remix Letterario». Si tratta di questo: nell’ età di Internet, la comunicazione è diffusa, disseminata, onnipresente, underground, carsica, palese o nascosta; l’ artista d’ avanguardia è colui che riconosce questa nuova dimensione della realtà e sa tirarne fuori le pepite o addirittura i filoni d’ oro. Non si tratta più di creare: l’ autore - di un racconto, di un romanzo - è come un disc-jockey: mixa qualcosa scritto da altri ed è tanto più bravo quanto meglio sa trovare e mettere assieme. Un tempo, lungo ormai secoli, questa discussione ruotava attorno al plagio, fonte di scandali, di tenzoni, di reputazioni bruciate. Oggi, secondo i sostenitori del «Remix», la pratica del prendere ciò che ha scritto qualcuno e copiarlo fa un piccolo salto di qualità, non solo grazie al copia-incolla del laptop. L’ origine del dibattito tedesco è il libro di Helene Hegemann, Axolotl Roadkill, che sta vendendo benissimo e ha provocato una polemica della quale il «Corriere» ha dato conto su queste colonne lo scorso 9 febbraio. L’ autrice confessa di avere copiato alcune parti del suo romanzo da un libro, Strobo, che circola da un anno nell’ Internet scritto da un blogger berlinese che si firma Airne. La signorina Hegemann, che lo scorso weekend ha compiuto 18 anni, si è scusata per non avere dichiarato subito di avere pescato tra le pagine di altri ma per il resto ha difeso la sua operazione. Sostiene che nel mondo moderno «l’ originalità non esiste più, solo l’ autenticità», concetto effettivamente meno preciso. E invita ad andarci piano con «gli eccessi del copyright». Hegemann - famiglia intellettuale, già regista - non è una mosca bianca. Lo scorso dicembre alcuni giornali hanno accusato il regista Fatih Akin di avere copiato parti di Hotel Monopol di Alexander Wall per un suo film. In gennaio, Uwe Tellkamp è stato sospettato di avere preso da Jens Wonneberger per il suo bellissimo bestseller Der Turm. Il caso di J.K. Rowling portata in tribunale in Gran Bretagna a causa delle somiglianze di uno dei suoi Harry Potter con scritti di Adrian Jacobs è famoso. Quello che un tempo si chiamava plagio sta insomma cercando nuova legittimità. E la Germania torna a discuterne: molti favorevoli, molti contrari, ma anche parecchi scettici sulla sensatezza del dibattito. Martedì scorso, per dire, il poeta Durs Grünbein ha scritto un articolo sulla «Frankfurter Allgemeine Zeitung» nel quale dava sostanzialmente ragione a Helene Hegemann. Salvo il giorno dopo rivelare in un’ intervista di avere copiato il 99 per cento del suo saggio da uno scritto di Gottfried Benn del 1926. Per dire che il dibattito non è così originale, che il «Remix Letterario» non è poi nato con Internet. Semplicemente, si copia da sempre, e più materiale circola più lo si fa. RIPRODUZIONE RISERVATA Taino Danilo Pagina 55 (26 febbraio 2010) - Corriere della Sera