Francesco Saverio Alonzo, La Stampa 27/2/2010, pagina 19, 27 febbraio 2010
SOTTO LA NEVE CROLLA L’EFFICIENZA SVEDESE
Nevica e la Svezia si ferma. Ma come? Un Paese così moderno, tecnicamente avanzato, si lascia mettere in ginocchio come una nazione mediterranea qualsiasi da nevicate che da sempre fanno parte della tradizione nordica? Il fatto è che da una settimana treni, metropolitane ed autobus sono bloccati da un clima eccezionalmente rigido (l’inverno più freddo da 180 anni a questa parte) che ha messo fuori uso, binari, scambi, motori e centralini.
Le temperature polari che si registrano da dicembre, senza interruzione, oscillano fra i dieci e i trentacinque gradi sotto zero e a peggiorare la situazione concorrono abbondanti nevicate (due metri nell’arco di tre mesi). Le linee metropolitane di Stoccolma sono bloccate, i treni percorrono soltanto i tragitti sotterranei e lasciano decine di migliaia di passeggeri nelle stazioni all’aperto dove gli autobus che dovrebbero sostituire i convogli vengono presi letteralmente d’assalto. Si assiste a scene selvagge che non credevamo fossero possibili nella nazione nota per le sue code ordinate e per il comportamento civile dei suoi cittadini. La situazione è, se possibile, ancora piú angosciosa per chi deve viaggiare su lunghi percorsi. Perfino i treni delle grandi linee nazionali rimangono fermi, intrappolati dal gelo e dalle masse di neve, e i passeggeri devono attendere ore ed ore, talvolta addirittura giorni interi, prima di giungere a destinazione.
Per la prima volta, si parla di caos nella nazione dell’ordine perfetto. Le autorità si limitano a consigliare ai cittadini di non uscire di casa, di non viaggiare né con i mezzi pubblici, né con le proprie auto perché anche l’assistenza stradale si è dimostrata scandalosamente difettosa e molti sono i casi di persone a bordo di auto finite fuori strada o bloccate dal gelo morte assiderate. I giornali svedesi, oltre a descrivere la situazione nei suoi aspetti più terribili, si scagliano contro i responsabili di questa «sconfitta del sistema svedese» che non regge più alle descrizioni lusinghiere che se ne erano fatte finora.
Domenica scorsa, il ministro Torstensson ha annunciato che si sarebbe fatto ricorso a reparti dell’esercito per rimettere in funzione le linee ferroviarie. stata applaudita, ma ci sono voluti cinque giorni prima che qualche sparuta pattuglia di genieri cominciasse a sgomberare i binari.
La rabbia degli svedesi si acuisce apprendendo che nelle vicine nazioni di Norvegia e Finlandia, dove il clima è pressoché uguale, i treni viaggiano regolarmente, senza ritardi. Ma là non hanno avuto tanta fretta ad agire in previsione del «global warming».
Francesco Saverio Alonzo