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 2010  febbraio 27 Sabato calendario

SALTA LA PR FEDELISSIMA DI MICHELLE OBAMA

Cade la testa di Desiree Rogers, la «Social Secretary» della Casa Bianca a cui la First Lady aveva assegnato il compito di trasformare la presidenza nella «People’s House», la casa del popolo. Desiree e Michelle sono amiche di vecchia data perché, assieme a Valerie Jarrett super-consigliera di Obama, incarnano il modello di donne di successo della borghesia afro di Chicago che non rinnega le radici più umili. Appena arrivata, Michelle aveva detto a Desiree di «aprire la Casa Bianca all’America» e lei lo ha fatto organizzando i concerti serali delle stelle della musica - da Stevie Wonder ai cantanti country texani - trovando anche il tempo per modificare l’arredamento, considerando quello ereditato dai Bush «troppo pesante». Ma Desiree è scivolata alla prova più importante, la prima cena di Stato offerta in novembre al premier indiano Singh che si trovò di fronte due imbucati - i coniugi Salahi della Virginia - riusciti ad arrivare senza invito fino alla stretta di mano con Obama. Anche per Michelle difenderla era diventato impossibile, con il Congresso che voleva metterla sotto inchiesta. Il Team Obama perde così il suo primo tassello. Il più veloce, e feroce, nel sottolinearlo è stato l’ex clintoniano Rahm Emanuel, traballante capo di gabinetto, che pochi giorni fa aveva suggerito al «Washington Post» di inserire Desiree fra i seguaci del «culto di Obama» nocivi per il presidente, mettendo la firma sulla defenestrazione in arrivo. Migliori notizie per Barack arrivano invece da New York, dove il governatore democratico David Paterson travolto dagli scandali decide di non ricandidarsi, lasciando la strada aperta all’aggressivo Andrew Cuomo, capace di catturare voti moderati.
Maurizio Molinari