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 2010  febbraio 27 Sabato calendario

I FUNERALI DEL RE DI NAPOLI: «RISPETTO MA NON UN EVENTO»

Semisconosciuto oggi, l’assedio di Civitella del Tronto non sembra aver lasciato molte tracce nemmeno tra i quasi contemporanei post-risorgimentali. Nella collezione del
Corriere non se ne trova traccia, nemmeno in occasione degli anniversari. Non c’è da stupirsene troppo. Come fatto d’arme fu più che altro simbolico (i piemontesi ebbero in tutto sette morti) e come simbolo non era di quelli che potesse far piacere ricordare: le fucilazioni dei capi ribelli non furono certo gloriose e l’idea che ci fosse stato qualcuno che, a Regno d’Italia già proclamato, avesse scelto di morire per restare fedele ai Borboni stonava un po’ con la retorica dell’Unità consacrata dai plebisciti. Il Corriere era risolutamente risorgimentale e non perdeva occasione per dimostrarlo. Quando ad Arco (Trento) morì l’ultimo re di Napoli Francesco II, dicembre 1894, il giornale fece seguire i funerali dal suo «redattore viaggiante» Adolfo Rossi (oggi lo chiameremmo inviato) dedicando ampio spazio a quella giornata. Ma il tono dei pezzi è quello di chi racconta un fatto umano più che un evento politico, fino alla dichiarazione esplicita: «Questa morte non è un avvenimento; essa viene registrata con il rispetto e la deferenza che si merita la sventura; ma nessuno, nemmeno il più illuso dei suoi partigiani, può dire che essa modificherà qualche cosa in Europa». E ancora: la fine dell’ex monarca borbonico «giunge in un ben singolare momento della vita politica italiana, quando pare quasi storia di un passato remoto quella di trent’anni fa e da molti si getta il ridicolo sull’entusiasmo di chi ricorda l’epopea che ci ha dato l’indipendenza e l’unità». Parole scritte 116 anni fa. Anche se non sembra.